
Droga, truffa delle polizze e un raid fallito nei confronti di Maurizio Tumminello, titolare di una polleria in via Resuttana. Questo quanto emerge dalle carte dell'operazione che ieri ha portato all'arresto di 15 persone. E a compiere il raid punitivo, poi fallito, sarebbe stato anche Fabio Tumminello, nipote di Maurizio, gestore di un parcheggio in via Nicolò Garzilli e gravato da precedenti per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. L'obiettivo, come risulta dalle indagini, era ottenere soldi per continuare a fare affari nel mondo della droga e delle false polizze con Giuseppe Marsalone, arrestato ieri.
Da un'intercettazione ambientale all'interno di un'auto, riportata nelle carte dell'inchiesta, il 17 febbraio del 2020 Giuseppe Marsalone, insieme a Fabio Tumminello , "discuteva del pagamento di una polizza vita che prevedeva il pagamento di una rata mensile di 12 euro. Nel corso della conversazione si aveva modo di comprendere che la rata della polizza, di cui nella circostanza non era possibile individuare contraente e beneficiario, veniva pagata da entrambi gli indagati". Dalle indagini è emerso che i due avevano messo in piedi un sistema di sottoscrizione di false polizze come strumento per acquisire liquidità finalizzata all'acquisto di sostanza stupefacente.
Gli investigatori hanno messo in luce anche una intimidazione. Fabio Tumminello, come risulta dalle carte, avrebbe organizzato assieme a Salvatore Marsalone e a Michele Micalizzi un raid punitivo per farsi consegnare dallo zio Michele, titolare della storica polleria "Polli e Pizza alla brace Maurizio L'Unico" in via Resuttana, i soldi che gli occorrevano. Secondo gli inquirenti sarebbero stati 3 i raid punitivi organizzati ma mai andati a buon fine, perché era stato trovato chiuso il locale.
"L’ascolto delle conversazioni all’interno della Fiat 500 appariva di assoluto rilievo e permetteva di documentare come i sodali, oltre ad agire nell’interesse delle famiglie mafiose a loro vicine, si avvalessero anche del metodo mafioso basato sul ricorso alla violenza e all’intimidazione, con conseguente assoggettamento delle vittime designate al silenzio", si legge nell’ordinanza. Si erano procurati una sbarra di ferro e avevano più volte compiuto giri, in auto, nella zona attorno alla polleria prima di entrare in azione.
Sempre dall'intercettazione, come riporta anche il Giornale di Sicilia in edicola, si legge che Salvatore Marsalone, Michele Micalizzi e un ragazzo non identificato che era con loro, commentavano "la lunghezza del palo di ferro, che a detta di Micalizzi era troppo lungo per l’uso cui era destinato". Il raid non venne mai compiuto perchè avevano paura di essere riconosciuti. In un'intercettazione, trovando chiusa l'attività, Marsalone si sfogava ribadendo la necessità e urgenza di recuperare da Tumminello i soldi che erano loro dovuti, anche a costo di recarsi presso l'abitazione di quest'ultimo: "Ci deve dare i soldi..., se lo vedo qua, inc... (parla a bassa voce), chiuso...è chiuso (giunto in Via Resuttana altezza civico 311) è stato lui al mille per mille...noialtri questa giornata non lo dobbiamo mollare ah!... (fa inversione di marcia e torna indietro) non la dobbiamo fare passare questa giornata... ora ci andiamo a casa e lo mandiamo a chiamare... [...] ci deve dare i soldi[...]non lo dobbiamo far e scappare ...inc... a quello... a quello ora lo facciamo scappare in maniera impressionante..".
5 Commenti
Furetto
17/11/2022 14:07
I commercianti li conoscono tutti chi sono questi personaggi è la loro omertà e il loro contributo a tenere in vita queste organizzazioni criminali il servirsi dell'amico degli amici per incrementare le vendite significa consegnare le chiavi delle vostre attività a personaggi che vengono a comandare a casa vostra. Il trucco è non dare modo a questi soggetti di interferire nei vostri affari e tenerli lontani dalla vostra vita. La paura che provate portandovi in stato di soggezione e non denunciare e proprio il loro risultato non date modo di farli interferire nei vostri affari dove avete regolare licenza e dove pagate le tasse dello Stato, gestione, impiegati e affitto e già bastano questi sono superflui ognuno li da a mangiare alla propria famiglia no a parassiti che seminano il terrore.
Giuseppe
17/11/2022 15:49
Ma questi più che criminali sembrano Gianni e Pinotto, organizzano la spedizione punitiva e il negozio è chiuso per tre volte di seguito, poi la sbarra di ferro è troppo lunga, in seguito al nipote viene un dubbio........ ma mio zio mi riconoscerà? Più che come delinquenti andrebbero bene come comici!
Federico
17/11/2022 17:20
Connivenze e paura fanno da scenario , mentre non capiscono che le denunce sono il salvavita dei loro affari .arriveremo pure la a sconfiggere questo cancro della società , grazie alle forze dell'ordine che operano in silenzio .
Unsoldo
17/11/2022 20:28
Questa è la mafia grande fratello, ce la vediamo in diretta, ascoltiamo anche le intercettazioni e sappiamo anche quanti giri sono stati fatti attorno alla polleria prima del raid fallito. Ma l'ignoranza di ognuno di questi criminali porta a convincersi che non si è intercettati. La mafia è finita ormai, questi sono gli strascichi, e chi decide di farne parte sta solo sprecando la sua vita senza alcuna speranza di cavarsela. Tanto vale fare le valigie e andare a lavorare all'estero da persone oneste. Ormai i mafiosi dovrebbero capire che quando fanno una cosa, presto la pagheranno al 100% con la galera e il conseguente disfacimento delle loro famiglie, che dipenderanno da un assegno mensile portato da gente dubbia e inaffidabile e solo se le cose vanno bene. Vi guardiamo come nel Grande Fratello. Un grazie alle forze dell'ordine: siete più potenti dei mafiosi.
francesco
18/11/2022 06:46
I reati sembrano da ridere, come commentava qulacuno di sopra. Mi e' piaciuto tanto comunque lo spot pubblicitario delle forze dell'ordine. Forse un po' troppo, non e' che c'e' qualcosa da giustificare? Tipo usare mezzi investigativi che costano un cifra (intercettazioni, elicotteri) per smascherare Gianni e Pinotto ? Sicuramente sono pensieri fuoritema, non e' cosi'.