«Il 30 settembre scadrà il contratto di circa 200 operatori Oss dell’ospedale Cervello di Palermo. Sarà una tragedia soprattutto per i pazienti». Queste le parole di Rita Z., operatrice dell’ospedale di via Trabucco, che lancia l’allarme a meno di un mese dalla scadenza dei contratti tra co.co.co e tempo determinato con i quali, nel periodo Covid, questi lavoratori sono stati assunti dall’azienda ospedaliera.
«Già al 30 giugno - prosegue l’operatrice - i contratti erano stati rinnovati. Ma con una riduzione del 30% delle ore lavorative, da 144 a 102, e conseguente riduzione dello stipendio. Il problema - dice- non è tanto la riduzione dello stipendio, quanto quella legata al monte orario: infatti, in questa situazione a risentire maggiormente sono i pazienti e la qualità della loro degenza. Per fare un esempio, al momento del cambio turno c’è un vuoto di circa un’ora e mezza, durante il quale qualsiasi bisogno dei pazienti è rimesso alla buona volontà degli infermieri, che però subirebbero un demansionamento. L’alternativa è l’attesa di un’ora e mezza».
Ma non solo. Infatti, oltre la riduzione del monte ore che ha già creato situazioni spiacevoli per i pazienti, l’azienda ospedaliera utilizza un coefficiente Oss per posti letto non conforme agli ultimi aggiornamenti in materia. Teoricamente, infatti, dovrebbe essere presente un operatore Oss ogni 3 tre posti letto. Al momento sono uno ogni otto, rendendo ancor più difficoltosa il lavoro e tragica la degenza per i malati. Da mesi, ormai, gli operatori sono in stato di agitazione e hanno ottenuto oggi alle 15 un in contro con l’azienda ospedaliera e con il prefetto per discutere della situazione: «Quello che chiediamo - dice Rita, è che i contratti siano rinnovati fino al 30 dicembre - data di una nuova patata bollente perché a scadere saranno a che i contratti di psicologi, tecnici di laboratori, medici, infermieri ed altri Oss -, un ripristino degli orari di lavoro, l’adozione del nuovo coefficiente per posti letto».
Sul caso interviene il deputato Carmelo Miceli, candidato alle prossime Regionali nella lista del Pd. «La Sanità regionale, a lungo latitante, ora deve dare un segnale - dice Miceli - e l'azienda Cervello deve fare il possibile per garantire ai precari, che nel corso della pandemia hanno svolto un servizio indispensabile per Palermo, gli stessi diritti dei loro colleghi. Posso assicurare che non abbandoneremo questi lavoratori e ci batteremo affinché tutti i precari della sanità possano essere ripagati dei loro sacrifici con un lavoro stabile e sicuro».
Ma in gioco c'è anche la qualità dell'assistenza. «Oltre al futuro dei lavoratori non si può certo ignorare la necessità di garantire un'assistenza sanitaria che al momento ha grosse lacune - aggiunge Miceli -. L'ultima proroga ha ridotto il numero delle ore di servizio dei precari con inevitabili conseguenze sulle condizioni di degenza negli ospedali e vuoti assistenziali che i pazienti sono costretti a sopportare».
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