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Palermo, non ci sarà il rinnovo per circa 200 precari Covid dell'ospedale Cervello: pronta la protesta

«È stato indetto uno sciopero per giorno 22 settembre». Questa la decisione, in accordo con i sindacati Uil Fpl, Fials e Nursing up, presa dai quasi 200 operatori Oss dell'ospedale Cervello di Palermo, assunti per l'emergenza Covid, e i cui contratti, dopo vari rinnovi, scadranno definitivamente il 30 settembre.

Il dialogo tra la direzione generale degli Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello e i rappresentati degli operatori va avanti da mesi: l’ultima battaglia, infatti, risale a questa estate, quando l’azienda aveva concesso un prolungamento dei contratti al 30 settembre ma riducendo il monte ore lavorative del 30% - da 144 ore a 104 - accompagnato da un conseguente taglio degli stipendi. Adesso, la notizia che non ci sarà alcuna ulteriore proroga.

Questa la scelta maturata e comunicata durante un incontro in videoconferenza tra le parti, durante il quale i rappresentati dei lavoratori avevano sottoposto all’azienda due richieste: indizione di concorsi con punteggi riservati per il servizio oltre i 60 giorni consecutivi reso durante l’emergenza covid, e la richiesta di adeguamento dei coefficienti posti letto-numero di personale.

L’incontro si è svolto sotto gli occhi del prefetto Giuseppe Forlani, presente in veste di moderatore nel tentativo di raffreddare gli animi. Animi che, invece, si sono scaldati dopo la notizia, portando i lavoratori ad optare per un sit-in davanti alla sede dell’assessorato regionale della Salute in piazza Ottavio Ziino, dalle 10 alle 18 del 22 settembre.

Il 30 dicembre sarà un'altra data incandescente poiché scadranno i contatti di altri 400 operatori della sanità, tra infermieri, medici, psicologi e Oss. «Già il numero del personale Oss era inferiore al coefficiente previsto (un Oss ogni otto posti letto, invece che uno ogni 3, ndr) - dicono alcuni lavoratori -. Con la riduzione del monte orario si verificano buchi di circa un’ora e mezza, nei quali tutti i bisogni dei pazienti sono rimessi alla buona volontà degli infermieri, che subiscono quindi un demansionamento del proprio lavoro». Nessuna replica dalla direzione dell'azienda ospedaliera.

Sul caso, invece, interviene il deputato del Pd Carmelo Miceli: «Ai lavoratori sarà dato il benservito a fine mese nonostante i sacrifici e i compiti gravosi svolti soprattutto nel periodo della pandemia. È uno scandalo, una vergogna, che la Regione possa consentirlo». E aggiunge: «Sulla vicenda precari della Sanità l'amministrazione regionale di centrodestra ha perso la faccia e ha messo la ciliegina sulla torta di una gestione scellerata e improvvisata che mette in difficoltà i lavoratori, le loro famiglie e la qualità dell'assistenza negli ospedali».

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