Morti e vivi in uno spazio sempre più ristretto. Le bare dei defunti senza sepoltura, ormai verso quota 1400, vagano dentro il cimitero dei Rotoli, dalle tensostrutture posizionate a monte alle salette una volta occupate dai dipendenti amministrativi e ora «guadagnate» alla posa di casse e fiori che sennò non si saprebbe dove mettere. Il caro estinto porta a porta con gli operatori e i dipendenti. Perfino il direttore Leonardo Cristofaro ha dovuto raccogliere armi e bagagli e lasciare ai defunti il suo ufficio. Si è spostato in una stanzetta più angusta vicino alla reception, praticamente all’ingresso del camposanto. Ma che si poteva fare, d’altronde? Bussavano alla porta 22 feretri e una soluzione andava trovata all’istante.
«Non abbiamo più come muoverci - dice Nicola Presti, responsabile delle squadre della Reset al cimitero - Possiamo solo fare le tumulazioni per le famiglie che hanno una sepoltura privata. Per il resto, lo scenario è sempre più drammatico». Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un servizio di Connie Transirico
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