Ormai è ricercato da 11 giorni, su di lui pesa il fermo del 6 luglio, poi convalidato dal gip Filippo Serio, e l'ordine di custodia di ieri, firmato dallo stesso giudice. Giuseppe Auteri, 47 anni, al pari di Nicolò Di Michele di 31, è sfuggito alla cattura in occasione della prima Operazione Vento condotta dai carabinieri, quella decisa dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo per evitare fughe o altro spargimento di sangue dopo l'omicidio di Giuseppe Incontrera del 30 giugno.
Giuseppe Auteri, soprannominato Vassoio, ha già sul capo una condanna per associazione mafiosa, 8 anni di reclusione, pena ridotta per avere scelto il rito abbreviato. Si tratta di fatti precedenti al febbraio 2010, come ad allora risale, in concorso con Calogero Lo Presti, detto zu Petru, l'estorsione alla società che produceva la fiction Squadra Antimafia oggi 3. Scontata la pena, Auteri torna libero il 22 settembre del 2019. E non perde tempo: consapevole che nel frattempo gli assetti del mandamento sono mutati. Vede per primo Giuseppe Incontrera, il cassiere del clan, e gli chiede due cose: soldi e di potere parlare con Giuseppe Di Giovanni, in qual frangente reggente del mandamento, dato che Tommaso Lo Presti, il Lungo, è ancora in carcere. Il capo, informato da Incontrera della richiesta di denaro, risponde in modo brusco, secondo quello che lo stesso Incontrera riferisce, intercettato, alla moglie Maria Carmelina Massa («E che m... vuole, al Borgo se ne può andare»). Ma Incontrera decide di dare 200 euro all'uomo appena scarcerato, «Mi è sembrato piatusu» dice alla moglie, riferendole anche di avere spiegato al compare, ovvero a Di Giovanni, che «Io con lui... (parlando di Auteri, ndr) ci tengo, perché lo rispetto». E infatti pochi minuti dopo avviene la consegna del denaro, in un incontro monitorato dai carabinieri, che registrano anche l'attestazione di stima dello stesso Incontrera per l'uomo d'onore uscito di prigione.
E bastano pochi mesi per far lievitare il ruolo di Auteri nell'organigramma del mandamento mafioso. Il 23 gennaio del 2020, infatti, Giuseppe Di Giovanni invita Incontrera a coinvolgere lo stesso Auteri nella gestione della cassa. «Parliamo con Giuseppe e gli dai tutte cose», gli dice. E subito dopo, in modo ancora più chiaro: «Lui si fa pure i pagamenti, glielo dici a tutti, quelli che si devono andare a prendere, ogni mese se li va a prendere lui». Ma l'accondiscendenza di Di Giovanni non è sufficiente, perché un mese dopo, in un'altra conversazione intercettata, i due consuoceri (la figlia di Incontrera è la compagna del figlio di Di Giovanni) tornano a parlare di Auteri e stavolta il capomafia si mostra infastidito perché è tornato a rivendicare con Incontrera un ruolo più operativo («Ha sei mesi che sono fermo...»). «Ma che ti dice a te... che ha già parlato con me?», sbotta Di Giovanni, che spiega al consuocero come Auteri gli avesse proposto di occuparsi della Kalsa. «Lui si è fatto il quadretto», commenta il capomafia, che aggiunge: «Gli ho detto tu dove ti devi mettere... (omissis) lo decido io».
La conversazione è della fine di febbraio. Pochi giorni prima si è registrato un evento che gioca a favore di Auteri, ovvero la scarcerazione (il 13 febbraio 2020) di Tommaso Lo Presti il Lungo, che nei mesi successivi, come annotano gli inquirenti, assume la guida del mandamento. Auteri si mostra subito felice del ritorno in circolazione di Lo Presti. Parlando con Incontrera, gli dice che Lo Presti farà bene a stare nell'ombra per assumere, spiegano gli inquirenti, non solo la reggenza del mandamento, ma la posizione al vertice dell'intero sodalizio mafioso palermitano («Vedi che appena diventa il Numero Uno manco si deve fare vedere»). Di certo, tramontata la reggenza di Di Giovanni, a causa del ritorno al comando di Lo Presti, Auteri vede aumentare il suo potere, al punto di arrivare a gestire i conti assieme ad Incontrera, come era stato già previsto da Di Giovanni a fine gennaio. Ad Auteri viene dato anche un incarico dinamico, quello di gestire il lavoro dei picciotti e anche di formarli, «indottrinarli», come sottolineano gli inquirenti. Insomma, a pochi mesi dalla scarcerazione, l'uomo dell'estorsione alla fiction antimafia è già tornato ad occupare un ruolo di primo piano. Ed oggi, fra tutti i big di Porta Nuova, è l'unico in circolazione. Lo Presti e Di Giovanni sono in carcere, Incontrera è stato ucciso.
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