«Appena mi riprenderò dal problema alla spalla, tornerò a lavorare come prima. Spero con un pizzico di sicurezza in più». È ancora amareggiato Salvatore Petta, il medico gastroenterologo del Policlinico picchiato per aver detto no all’ingresso in reparto di un parente oltre il consueto orario di visita.
Il raid punitivo gli ha procurato una lussazione alla spalla e una frattura all’omero con una prognosi di 40 giorni: «Avevo invitato la parente di una paziente ad allontanarsi dalla stanza per cominciare la visita - ha raccontato il medico - e poi a lasciare il reparto perché non aveva l’autorizzazione a sostare lì di notte, soprattutto in periodo di pandemia. Dopo qualche tempo due signori hanno spalancato la porta e mi hanno aggredito».
Il presidente dell’Ordine dei Medici, Toti Amato, si è recato dal Prefetto per chiedere maggiore sicurezza in corsia: «Non è possibile che chiunque possa entrare nei reparti indisturbato - ha spiegato Amato - per questo motivo abbiamo chiesto che venga effettuata una verifica strutturale negli ospedali cittadini per identificare percorsi stabiliti e adeguati alle esigenze dei medici». I controlli, che vengono effettuati dalle guardie giurate, non bastano: «Purtroppo - continua il presidente Amato - nelle strutture sanitarie la sicurezza deve essere garantita dal personale privato che non ha lo stesso effetto deterrente delle forze dell’ordine. Ecco perché servono provvedimenti più severi nei confronti di chi reagisce con atti di violenza».
Per il segretario generale della Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana, «non basta la solidarietà: la saturazione del sistema sanitario che non sempre è in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini mettendo a rischio gli addetti ai lavori, è una bomba ad orologeria pronta a scoppiare». Anche il Gruppo epatologico clinico associativo siciliano, ha condannato «la vile aggressione stigmatizzando il preoccupante proliferare di simili eventi, risultato di cause latenti mai affrontate», ha detto Marco Distefano, dirigente medico dell’Unità operativa complessa di malattie infettive dell’ospedale Umberto I di Siracusa e presidente del Grecas.
Un vero e proprio richiamo, dai toni perentori, quello lanciato dal rettore, Massimo Midiri, ai vertici dell’azienda ospedaliera universitaria «Questo ennesimo e, spero, ultimo episodio di violenza – ha scritto Midiri al commissario straordinario del Policlinico, Alessandro Caltagirone - denuncia l’assoluta improcrastinabilità delle misure di prevenzione fra cui l’intensificazione del servizio di vigilanza armata, specie a presidio degli edifici sede di attività che si protraggono in orario serale e notturno, e la videosorveglianza di accessi, viali e spazi esterni agli edifici». La puntualizzazione di Midiri è ancora più dura: «Ferma restando la competenza degli inquirenti in merito alla ricostruzione dei fatti e all’accertamento di ogni responsabilità, in qualità di rettore e, non ultimo, di collega del professor Petta – ha continuato - ho sentito l’obbligo di richiamare l’attenzione della direzione aziendale rispetto al dovere di rispondere, con prontezza e responsabilità, al crescente bisogno di sicurezza sui luoghi di lavoro, manifestato da lungo tempo e a gran voce da tutto il personale che opera nei diversi ruoli all’interno del nostro Policlinico».
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