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Il blitz di Palermo: Ciulla e Calvaruso avevano messo gli occhi su un residence a Vulcano

In un'intercettazione diffusa dalla guardia di finanza si parla del residence da acquistare. A destra Giuseppe Calvaruso

Più che un rapporto tra imprenditori quello che Cesare Ciulla, proprietario della catena dei negozi Hessian, e il boss Giuseppe Calvaruso, reggente del mandamento di Pagliarelli, era un rapporto di amicizia. I due sono finiti in carcere oggi nel corso dell’Operazione Sottoveste della guardia di finanza di Palermo.

Ciulla, che ha una condanna a 10 anni per droga, secondo i pm di Palermo, «ha assicurato, in via sistematica e continuativa, il proprio qualificato apporto a Calvaruso nella consapevolezza del ruolo mafioso di quest’ultimo». I due, secondo le indagini della Dda e l'ordinanza del gip Walter Turturici, sarebbero soci occulti in alcuni negozi ora finiti sotto sequestro. Per ristrutturare la catena di negozi Calvaruso avrebbe messo in piedi l’impresa edile Edil Professional. Ciulla avrebbe cercato di mettersi in contatto con Calvaruso anche quando il boss era in Brasile. L'imprenditore, quando ha saputo dell’arresto di Calvaruso, durante le festività di Pasqua, avrebbe subito chiamato il padre del reggente e avrebbe detto di essere a sua disposizione per tutto. «Io per quello che posso fare a disposizione», diceva il titolare dei negozi Hessian all’amico. Che rispondeva: «Grazie, mi levi dai guai».

I due volevano anche acquistare un resort a Vulcano. «Gli sto facendo comprare a Vulcano il residence, dandomi la gestione, il patto è questo», diceva Calvaruso nel 2017. L’affare non andò in porto: «Lo sai qual è la rabbia? Che con 300.000 euro fai l’operazione. E che operazione: 25 unità immobiliari!».

Nel video qui sotto le intercettazioni dell'Operazione Sottoveste

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