Fissata al 3 giugno la prima udienza del processo a tre medici accusati della morte di Candida Giammona, 40 anni, che perse la vita il 30 gennaio dello scorso anno dopo un travagliato parto alla clinica Candela di Palermo. Lo ha deciso il Gup Lorenzo Iannelli al termine dell’udienza preliminare . Era stato firmato il 2 agosto scorso il provvedimento del pm Giorgia Righi con cui erano state chiuse le indagini per Laura Carlino, 58 anni, specialista in Ostetricia e ginecologia, assistita dall’avvocato Sergio Monaco, Salvatore Bevilacqua, di 60, difeso dall’avvocato Massimiliano Miceli, e Maria Genova, di 33, assistita dagli avvocati Sergio Monaco e Antonino Reina. Contro l’archiviazione del chirurgo Giovanni Spinnato, difeso dall’avvocato Gianfranco Viola, si è invece espressa la parte civile dei familiari della donna, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Incardona.
La Procura contesta ai tre medici di aver provocato la morte della donna in quanto «dopo averla operata con un taglio cesareo d’urgenza ed estratto il neonato nonostante le circostanze del caso concreto, quali la duplice rottura della parete posteriore dell’utero... non effettuavano l’intervento salvavita» che sarebbe consistito nell’asportazione dell’utero. Per la sola dottoressa Carlino, invece, che «... aveva avuto in cura la donna», anche l’accusa di aver «cagionato la morte del neonato per colpa generica, consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, e per colpa specifica, consistita nella violazione delle linee guida e delle buone pratiche mediche-ginecologiche». La difesa ha evidenziato come non si fosse proceduto all’asportazione dell’utero per non infliggere una mutilazione in grado di pregiudicare future gravidanze della donna.
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