La "famiglia" mafiosa di Bagheria e il traffico di droga fanno da sfondo all'operazione che ha portato all'arresto di Giuseppe Guttadauro e del figlio Mario Carlo. Il trait d'union è Salvatore Drago Ferrante, noto narcotrafficante che negli anni ha importato in Sicilia tonnellate di droga in arrivo dal Sud America, e la famiglia del "dottore".
Dalle intercettazioni emerge come i Guttadauro volessero influire sulle delicate dinamiche mafiose riguardanti l'assetto della famiglia di Bagheria per la quale volevano Drago Ferrante a capo, una manovra per testimoniata anche dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia: Pasquale Di Salvo, Andrea Militello e Sergio Macaluso. Una proposta però rifiutata dal narcotrafficante che invece avrebbe voluto continuare a concentrarsi sul traffico internazionale di stupefacenti, "in merito al quale - scrivono gli investigatori - godeva a sua volta delle autorizzazioni mafiose concesse dall'esponente mafioso (Giuseppe Guttadauro, ndr), veicolate dal figlio (Mario Carlo, ndr)".
Rapporti molto fitti che sarebbero stati avviati proprio attraverso il più piccolo dei figli del "dottore", Mario Carlo. Lo documenta una intercettazione del 2015. A bordo di un'auto viene captata una conversazione tra Salvatore Drago Ferrante e Giuseppe Giallombardo, il primo racconta che lo cerca il figlio del dottore: "Mi cerca il figlio del dottore... Gli ho detto domani alle dieci e mezzo". Un incontro che avviene e il giorno dopo gli stessi protagonisti tornano ad avere una conversazione sull'argomento che si conclude con: "È ufficiale tutto".
Un accordo che, a metà ottobre 2015, viene ratificato a Roma in un incontro con Giuseppe Guttadauro: "Dopodiché vuole andare (Drago ferrante, ndr) dal dottore... dice a che a che siamo là andiamo a trovare il dottore pure... così parliamo pure con lui... va bene...".
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