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I finti vaccini a Palermo: la Digos adesso va a caccia dei complici

L’infermiera dell’ospedale Civico non sarebbe la sola sanitaria coinvolta nelle vaccinazioni false all’hub della Fiera del Mediterraneo di Palermo per avere il super green pass. Gli agenti della Digos, dopo i tre fermi che hanno portato in carcere Anna Maria Lo Brano, 52 anni, detta Ivana, il commerciante Giuseppe Tomasino, di 48, e il leader no-vax Filippo Accetta, di 52, stanno approfondendo più di uno spunto di indagine per verificare la partecipazione di altre persone al sistema e indicazioni potrebbero arrivare da computer e smartphone sequestrati.

Nel caso di Accetta il pagamento di almeno 400 euro prevedeva (per sé ed i suoi figli) quattro iniezioni con siringhe ormai scariche. L’infermiera, prima, le aveva svuotate su batuffoli di garza o di cotone, sprecando dosi di Pfizer. Al gip Donata Di Sarno, che ha convalidato il fermo della donna e del commerciante, l’infermiera avrebbe confermato di aver fatto le finte iniezioni ma negando di aver intascato denaro. Circostanza, questa, confessata invece dal titolare del negozio di detersivi.

Accetta, invece, al momento dell’esecuzione del provvedimento si trovava a Matera per una fiera (è venditore di dolciumi) ed anche questa circostanza è ora al vaglio dei poliziotti, in quanto si sarebbe spostato, attraversando lo Stretto e percorrendo mezza Italia, e avrebbe continuato le sue attività senza un green pass regolare. È un quadro accusatorio che richiama più di una complicità, quello che ha portato ai provvedimenti di fermo emessi dal procuratore capo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Felice De Benedittis.

Le ipotesi di corruzione, peculato e falso, contestate per i finti vaccini alla Fiera del Mediterraneo, avrebbero avuto una coda anche nella struttura sanitaria di Villa delle Ginestre, dove il 22 novembre scorso sarebbe dovuto tornare uno dei figli di Accetta che, quando il padre si era sottoposto alla finta iniezione, se n’era andato. In una telefonata fra Tomasino e Accetta, annotano gli inquirenti, il commerciante preannuncia che «Lo Brano e un’altra si recheranno al suo negozio (La Casa del Detersivo) poiché quest’altra donna “vorrebbe cafuddare”, alludendo alla possibilità di un incremento del compenso illecito per la finta vaccinazione connesso alla necessità della seconda dose vaccinale». Tomasino avrebbe avuto il ruolo del mediatore, ma oltre a Lo Brano ci sarebbe stato un altro operatore infedele a cui poter ricorrere. Era solo questione di prezzi. «Eh, ragazzi, la seconda secondo ce la dobbiamo fare, però quella mi ha fatto capire che da quella parte ci fa risparmiare, capito? Io sto ascoltando le campane, non so niente Filippo, hai capito?», spiega il commerciante ad Accetta. E quest’ultimo: «Si ci fa risparmiare ma che cosa, non ho capito?».

L’appuntamento al negozio sarebbe anche l’occasione per un pagamento. Il riscontro arriva da una conversazione dell’infermiera con il figlio, che le chiede soldi. Servono 90 euro per il motorino d’avviamento della macchina e la madre prende tempo: «Ora vediamo come va a finire oggi... dovrei ricevere qualche cosina di soldi».

Che Lo Brano non fosse sola lo indica un’altra intercettazione del 18 novembre scorso. Questa volta a parlare sono ancora Tomasino e Accetta assieme ad una donna che definisce i piani per la finta vaccinazione di uno dei figli del leader no-vax che doveva tornare a Palermo di martedì: «...allora ti do una risposta per il 24, però lui si muoverà solo con il dottore... da solo mai più... la seconda dose, perché non subentriamo noi, a voi Ivana vi aveva detto quattro per tutti?». «Sì, ma ama niesciri natri 400 euro?», chiede Tomasino. E la donna complice dell’infermiera Lo Brano risponde: «Io parlo col dottore...». Confermando che a guadagnarci con le finte iniezioni sarebbero stati altri, oltre alla sanitaria. Ivana parla con la cognata e si svelano scenari di complicità ma anche di ripensamenti: «Io quel fatto non lo posso fare, Ivana, non lo posso fare... si era 300 euro tutti e due... ma, non può essere, io ho altre cose e non so in questo mese di dicembre dove mi devo dividere». L’infermiera ragiona: «Io posso fare che... vediamo quello che mi dice». E la cognata: «Se era magari 300 tutti e due, magari va bene, ma 300 e 300 non può essere, non può essere... Ivana». Gli omissis lasciano intendere molti aspetti su cui stanno lavorando gli inquirenti: «Ora io un’altra cosa ti voglio dire, Ivana, che ora mi sono informata pure con loro per il problema del vaccino... io non ce li ho di uscire... se noi questa dose la possiamo fare picchì ni spietta ora... perché tutti i green pass scadono a dicembre... a dicembre dal 24 ta ghiri a vaccinari. Ccà o Civico per ora lo fanno senza prenotazione e senza niente...nni mittiemu nnè manu ro signuri».

Un servizio completo di Vincenzo Giannetto sul Giornale di Sicilia in edicola.

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