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L’omicidio di Emanuele Burgio alla Vucciria, altre tre persone con i Romano la sera del delitto

Emanuele Burgio

Sono almeno altre tre le persone su cui gli inquirenti hanno raccolto elementi per verificare il loro coinvolgimento nell’omicidio di Emanuele Burgio, il venticinquenne ucciso con tre colpi di pistola nove giorni fa a Palermo, in via dei Casseri alla Vucciria. A darne notizia un articolo di Vincenzo Giannetto sul Giornale di Sicilia in edicola, che fa il punto sulle indagini.

Al vaglio degli inquirenti quindi la posizione di altre tre persone coinvolte, oltre ai Romano, Giovan Battista, suo padre, Domenico, e lo zio Matteo, già in carcere. In particolare, quest’ultimo è accusato di essere l’autore materiale del delitto, colui che ha fatto fuoco colpendo al petto e alle spalle il giovane.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia e fatto suo dal gip Piergiorgio Morosini, «l'autore materiale dell'omicidio giunge sul luogo con altri 6 soggetti a bordo di 4 scooter provenienti da via dei Chiavettieri. Nello specifico si tratta di uno scooter Honda Sh bianco con para- vento e bauletto, di una Vespa con bauletto, di un Beverly Piaggio e di un altro mezzo non meglio identificato». Le immagini della videosorveglianza immortalano tutta la scena: a fare fuoco è «un uomo calvo», individuato proprio in Matteo Romano. Ma «ad armare la sua mano è il nipote, Giovan Battista, immortalato mentre porge la pistola allo zio».

Il movente indicato finora resta quello di una lite degenerata dopo un banale incidente stradale.  L’altra ipotesi sarebbe un regolamento di conti per affari di droga: Burgio aveva in corso un processo per traffico di hashish da Vicenza. Anche la famiglia Romano aveva avuto a che fare con la droga: il fratello era stato trovato incaprettato il 6 aprile 2011 e per i pentiti sarebbe stato punito per aver tentato di allargare da Borgo Vecchio ad altre zone i suoi affari.

L'articolo completo sul Giornale di Sicilia.

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