Si è conclusa ieri nel tardo pomeriggio, dopo quasi quattro ore, l’autopsia sui corpi di Candida Giammona e di Leon, madre e neonato morti dopo il parto a Palermo. Ci vorrà ancora parecchio tempo prima di accertare le cause dei due decessi. Secondo i primi riscontri - come riporta Vincenzo Giannetto sul Giornale di Sicilia -, non si sarebbe verificata la rottura dell’utero indicata inizialmente come la causa che avrebbe portato all’aggravamento delle condizioni della donna.
Quattro i medici indagati della Clinica Candela, dove Candida Giammona era stata ricoverata per il parto cesareo. La linea della difesa attribuisce la morte della madre e del bimbo ad un "evento assolutamente imprevedibile". Come si legge sempre sul Giornale di Sicilia, secondo i legali dei medici, ci si sarebbe trovati "in presenza della rottura dell’utero che ha determinato la fuoriuscita del liquido amniotico. Da lì il diffondersi dell’infezione e la Cid (coagulazione intravasale disseminata) che ha portato alla morte sia della madre che del feto". Tesi opposta quella sostenuta dal legale della famiglia di Candida, che accusa: la rottura dell'utero "non è causa di morte se viene gestita correttamente secondo linee guida e poi, da quanto si è appreso, l’organo era integro".
Intanto, il dolore dei familiari e del marito della donna è tanto. "Mi aspetto le risposte che nessuno mi ha ancora dato, me lo devono per mia moglie e per mio figlio", dice Dani.
Dopo l'autopsia la salma è stata riconsegnata alla famiglia. Allestita la camera ardente del Policlinico in attesa dei funerali, che si terranno domani a mezzogiorno nella chiesa di Sant’Ernesto in via Campolo.
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