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Lorefice, l’arcivescovo della porta accanto: "Palermo deve essere ripensata"

L’arcivescovo Corrado Lorefice sulla papamobile con il pontefice durante la visita di Francesco in Sicilia

Sono già passati cinque anni da quando un prestante, simpatico ma sconosciuto arciprete di Modica fu indicato a capo della Chiesa di Palermo. Don Corrado Lorefice racconta la sua esperienza in città in una lunga intervista a Riccardo Arena e Giancarlo Macaluso sul Giornale di Sicilia oggi in edicola.

Un lustro alla guida di un gregge complicato, anarchico, spesso misero e negletto, può essere sufficiente a tirare una somma, a fare un bilancio. In una città soffocata da mille emergenze don Corrado intravede comunque segni di speranza. «Non c’è dubbio che è cambiata, è più consapevole, più reattiva, meno asservita e arrendevole».

«Palermo - dice - deve essere ripensata con una nuova progettualità. E per questo ci vogliono uomini e donne veramente distaccati da interessi di parte o personali, che abbiano a cura le sorti di questa città, che ha ancora molto da dire all’Italia e all’Europa. Serve molto impegno e tanto sacrificio. Per questo penso che si possano ricoprire cariche pubbliche per un periodo di tempo limitato, se il servizio viene prestato con lo spirito giusto e non per la mera ricerca o occupazione del potere. Attenzione, lo stesso discorso vale, nel suo campo, per il vescovo, per la Chiesa».

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