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Velodromo di Palermo in stato d'abbandono, scatta l'inchiesta della magistratura

La magistratura vuol vederci chiaro sulla situazione del velodromo che si trova in stato di abbandono. Tanti i punti oscuri da chiarire, come riporta Giancarlo Macaluso in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola. Si dovrà far luce sulla modalità con cui era stato insediato un dirigente al Coime (che è competente per le manutenzioni al velodromo) della cui nomina sembra non esserci un documento e poi ci sono le incongruenze sui lavori di ristrutturazione. Dopo un sopralluogo è stato trovato molto materiale comprato, accatastato, mai utilizzato, senza bolle di consegna, in quantità eccessiva rispetto alle necessità. Non si sa come e perchè sia stato acquistato e sulla base di quale progetto.

Domande a cui la commissione Trasparenza e garanzia del Comune, guidata da Cesare Mattaliano, non è riuscita a fornire una risposta. Le questioni sono emerse quando è rientrato a capo del Coime Francesco Teriaca dopo l’interregno dell’ingegnere Mario Scotto che era stato nominato all’epoca in cui l’assessore di riferimento era Emilio Arcuri e il capo dell’area tecnica Mario Li Castri, poi finito agli arresti nell’inchiesta "Giano bifronte".

Il dirigente attuale ha notato diverse incongruenze e ha inviato una nota al segretario generale. Da qui è partita una informativa diretta sia alla procura della repubblica sia a quella della corte dei conti.

L'articolo completo sull'edizione del Giornale di Sicilia in edicola

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