"Ancora oggi c'è chi si rivolge spontaneamente allo 'zio Gino' per ottenere una patente di guida per il figlio o un posto di lavoro. E' uno spaccato di cultura pseudo mafiosa difficile da aggredire nonostante gli ingenti sforzi profusi in questi anni dall'autorità giudiziaria e dalle forze di polizia". Gianfranco Minissale, dirigente della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile, lo ha detto a proposito del ruolo di Biagio Piraino all'interno del mandamento mafioso, duramente colpito ieri da 11 arresti.
Piraino, comunemente conosciuto come lo zio Gino, meccanico incensurato di 68 anni, oltre a essere il braccio destro del vecchio boss Giovanni Nicoletti, era l’uomo di Cosa nostra a Cruillas. Tutti volevano parlare con lui, tanto che per tratteggiare la sua figura, come scrive Leopoldo Gargano sul Giornale di Sicilia in edicola. il giudice per le indagini preliminari Elisabetta Stampacchia ha fatto quasi una scaletta, con tanto di date, di tutti i favori e le intercessioni che lo vedono come protagonista.
Piraino veniva contattato con la scusa di un intervento nella sua officina meccanica, come nel caso del recupero di un credito richiesto da parte di Umberto P. titolare di una panineria. Ma non solo, è stata accertata anche la richiesta di intercessione per conseguire una patente di guida. Il padre chiedeva il favore per il figlio che lavorava fino a tardi e non riusciva a sostenere l'esame.
Lo zio Gino fu coinvolto anche nei lavori per il passaggio della fibra ottica nel quartiere Cruillas. Dalle intercettazioni si apprende, secondo l’accusa, che i lavori di scavo erano stati bloccati per il rifiuto del proprietario di un terreno interessato. Dunque la richiesta di intercessione allo zio Gino e alla fine l'intervento per la fibra ottica fu realizzato.
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