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Mafia, blitz con 11 arresti a Palermo: fermata l'ascesa del nuovo padrino

Un frame del video con le intercettazioni

Il mandamento della Noce ruolo per ruolo, compito per compito, con equilibri delicati, rapporti e intrecci con altri clan. E sullo sfondo la "commissione provinciale", fulcro storico di cosa nostra, che era tornata a riunirsi dopo decenni. La polizia ha condotto a Palermo una importante operazione antimafia, denominata “Padronanza”.

Circa 100 uomini della squadra mobile, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal Gip del locale tribunale nei confronti di undici persone, indagati a diverso titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori aggravato ed altro. Nove sono finite in carcere, due ai domiciliari.

Salvatore Alfano, 64 anni, era diventato il nuovo padrino, un ruolo riconosciuto anche dal boss più anziano, Settimo Mineo, che aveva presieduto il primo summit della nuova cupola dopo la morte di Riina, e che spesso incontrava nella concessionaria di famiglia, in piazza Principe di Camporeale. Un bacio in bocca tra i due nel cuore del quartiere era il chiaro segno dell'investitura.

Dalle indagini, dirette dal pool di magistrati coordinati dal Procuratore aggiunto Salvatore De Luca, è emersa una radiografia del mandamento mafioso della “Noce” e l’allarmante quadro di una organizzazione mafiosa cittadina sempre “vitale” e pronta ad intessere rapporti illeciti pur di raggiungere il profitto economico. Nella geografia “mandamentale” cittadina quello della “Noce” è stato sempre uno snodo strategico per gli interessi economici di Cosa Nostra palermitana e studiarne quindi le dinamiche è servito agli agenti per ragionare anche sulla capacità di riassetto dell’intera organizzazione mafiosa.

Le indagini hanno fatto luce sui delicati equilibri “intrafamiliari” all’interno del mandamento, in specie tra le famiglie della “Noce” e di “Cruillas”, registrando una strutturata spartizione di compiti, anche all’interno della singola “famiglia”, con “deleghe” affidate a uomini di fiducia, in relazione a diversi campi di interesse economico: appalti, compravendite di terreni, scommesse on line ed estorsioni.

E’ stato accertato che esponenti del mandamento della “Noce” abbiano avuto contatti con omologhi di altre strutture mandamentali in un periodo “storico”, quale è stato per cosa nostra quello del 2018, in cui, per la prima volta dopo decenni, era tornata a riunirsi la commissione provinciale.

La riorganizzazione della cupola mafiosa fu bloccata nel dicembre di due anni fa dalla procura di Palermo.
Oggi l'inchiesta della squadra mobile fa luce sul mandamento della Noce, dove la famiglia puntava a un rigido controllo del territorio, con estorsioni a tappeto e persino con la gestione delle giostre; negli ultimi tempi i boss si erano lanciati anche nel settore delle intermediazioni immobiliari.

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