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Corruzione, pm di Palermo: "Anomalo trasloco degli uffici della Commissione urbanistica"

Il trasloco degli uffici della commissione Urbanistica del Consiglio comunale di Palermo, al centro di un’inchiesta per corruzione, appare «uno sgombero davvero anomalo, in relazione ai tempi e alle modalità, con la conseguente e altamente probabile sottrazione di documentazione attinente agli illeciti per i quali si procede e/o ad altri fatti di reato collegati». Lo scrive la procura di Palermo, nel parere contrario alla remissione in libertà di uno degli indagati, Giovanni Lo Cascio, che della commissione fu il presidente, prima di essere messo agli arresti domiciliari, il 29 febbraio.

Nei giorni scorsi, a sorpresa, erano stati trasferiti gli atti e gli incartamenti dalla sede del polo tecnico del Comune, che si trova in via Ausonia. Una decisione che avrebbe finalità oscure e che non convince affatto il pool che sta indagando sulla corruzione e le speculazioni edilizie e che ha ottenuto l’emissione di misure cautelari nei confronti di una «cricca» composta da dirigenti comunali, politici e imprenditori.

A scrivere delle anomalie è il pm Giovanni Antoci, titolare col collega Andrea Fusco del fascicolo «Giano bifronte». Il pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis ritiene «serissimo il pericolo di recidiva» e sottolinea la possibilità di inquinamento probatorio nel contesto dell’indagine. Il trasloco delle carte da via Ausonia era stato denunciato venerdì scorso dai consiglieri di opposizione Giulia Argiroffi (ex M5s, oggi Oso) e Marianna Caronia, della Lega. Lunedì i pm hanno mandato nella sede del polo tecnico, che ospita anche l’Edilizia privata, i carabinieri del Nucleo investigativo e i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria.

Lo Cascio, consigliere del Pd, dimessosi dal Consiglio comunale, ha ottenuto il permesso di andare a lavorare, all’aeroporto di Trapani Birgi, dove è maresciallo dell’Aeronautica. Il Gip Michele Guarnotta ha però confermato per lui i domiciliari, accogliendo in parte l’istanza dell’avvocato Giuseppe Gerbino, perchè l’indagato è l’unico in famiglia a guadagnare e la sospensione dal servizio lo priverebbe dell’unica fonte di reddito. AGI

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