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Corruzione al Comune di Palermo, le intercettazioni: "Orlando non fa nulla, gli costerà"

Tra gli imprenditori e i professionisti interessati ai tre piani costruttivi nelle ex aree industriali al centro dell'operazione «Giano Bifronte», l'inchiesta che ha svelato il giro di corruzione al Comune di Palermo nel settore dell'edilizia, si parlava anche di voti e interessi elettorali. È uno degli aspetti che emerge dalle intercettazioni su cui si sono concentrate le indagini.

Come emerge dai colloqui intercettati, riportati in un articolo di Patrizia Abate sul Giornale di Sicilia in edicola, da un lato quel via libera sarebbe valso «mille-duemila voti» ai consiglieri che lo avrebbero sollecitato e ottenuto. Dall'altro poteva costarne anche cinquemila a Leoluca Orlando, se si fosse ostinato a «non fare niente». L'imprenditore Giovanni Lupo e l'architetto Fabio Seminerio (entrambi ai domiciliari) parlano anche di politica negli uffici della ditta Biocasa. I due si lamentano perché "su quei tre piani, nonostante l'impegno non si muove niente al Comune". In un dialogo intercettato del 14 gennaio 2019, Seminario dice che "ormai il livello dell'amministrazione è diventato così scarso che non sanno più che pesci pigliare... Non si fa niente!". E Lupo: "A Orlando questa operazione, se non la fa, gli costerà cinquemila voti! Gli costerà la situazione da così a così! Cioè, non è uno scherzo. Ma poi anche lui, Orlando, minchia, è stata una promessa sua, sai, sacrosanta, davanti a duecento-trecento persone". "Orlando se ne fotte! - ribatte Seminerio - Sai quante promesse ha fatto e se ne è fottuto? Un mare! Lui fa, fa promesse a tutti e poi fa quello che gli interessa a lui!".

In altri colloqui intercettati, l'imprenditore Giovanni Lupo con il funzionario comunale Giuseppe Monteleone (anche lui ai domiciliari) parla dei voti che avrebbe garantito a Sandro Terrani nelle scorse elezioni comunali (quando Terrani fu eletto consigliere con il Movimento 139), di cui però non sarebbe contento perché il consigliere spesso non risponde al telefono: "Quando ci saranno le campagne elettorali ricordiamoci di tutte queste telefonate...", si legge sempre nelle intercettazioni riportate sul Giornale di Sicilia di oggi.

E un'intercettazione si parla anche di Emilio Arcuri, l'ex vicesindaco (e che ieri dopo la notizia degli arresti ha fatto un passo indietro riguardo a una sua nomina ad assessore nel nuovo rimpasto di giunta). Seminerio dice: "Se Arcuri va a guardare tra i due finanziatori, anche, ci sono assegni miei, personali!... E finanziare la sua candidatura e poi me lo sono trovato... ma devi capire che ti voglio... me lo sono trovato contro".

La notizia completa sul Giornale di Sicilia in edicola. 

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