Era il 29 maggio del 2018 quando, secondo la Procura, in una casa diroccata di Baida si sarebbe tenuto un summit fondamentale per la ricostituzione della Commissione provinciale di Cosa nostra. Ma, come scrive Sandra Figliuolo sul Giornale di Sicilia in edicola, spunta un alibi per il vecchio capomandamento di Pagliarelli, Settimo Mineo.
L’uomo, designato a prendere il posto che fu di Totò Riina a capo della Cupola, avrebbe trascorso tutta la mattinata, almeno fino all'ora di pranzo, all'ospedale Ingrassia per analisi e accertamenti. La sua difesa dunque solleva il dubbio: poteva effettivamente partecipare anche al vertice dei boss, che si sarebbe tenuto intorno a mezzogiorno? Gli avvocati Stefano Santoro e Giovanni Restivo hanno depositato la documentazione sanitaria al processo nato dall'operazione dei carabinieri «Cupola 2.0» di un anno fa.
Tra le carte depositate dagli avvocati anche una ricevuta fiscale di 900 euro per l'acquisto di una caldaia da parte di Mineo ma in un negozio in cui però - secondo la Procura - poco tempo prima avrebbe imposto il pizzo. Due elementi che secondo la difesa si contraddicono.
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