In appena cinque mesi, con tre provvedimenti, i bar Chantilly di Palermo sono stati sequestrati (in via preventiva), poi restituiti dal tribunale del riesame e infine di nuovo tolti al titolare Michele Martino Giandalone, accusato di intestazione fittizia e autoriciclaggio.
Come riporta Sandra Figliuolo in un articolo sul Giornale di Sicilia, Giandalone - già arrestato e condannato per truffe e altri reati, per i quali ha però scontato la pena - oggi è indagato per aver intestato fittiziamente a prestanome (tra cui la moglie) i bar «Chantilly» di via La Malfa e via De Gasperi e per autoriciclaggio.
Secondo l'accusa, il denaro utilizzato per avviare le attività sarebbe quello accumulato con truffe e bancarotte. Per la difesa e il Riesame, invece, deriverebbero da prestiti regolari.
La notizia completa sul Giornale di Sicilia.
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