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Bar Chantilly sequestrati a Palermo, i dipendenti: "Siamo ancora aperti"

"La gente ha un pò frainteso ed ha iniziato a pensare che i bar Chantilly fossero chiusi. Siccome i bar sono aperti e il personale continua a lavorare per mantenere viva l'attività e mantenere le proprie famiglie, vogliamo solo sottolineare che i dipendenti stanno garantendo sempre il meglio ai clienti anche in questo momento".

E' quanto si legge in una mail indirizzata alla redazione web del Giornale di Sicilia ([email protected]), un chiarimento arrivato dopo il sequestro di beni per un totale di circa due milioni di euro,  effettuato dalla Dia del capoluogo siciliano nei confronti di Michele Giandalone, 44enne, imprenditore originario di Corleone. Tra i beni c'erano, appunto, i bar Chantilly all'interno del centro commerciale di via Ugo La Malfa e all'angolo tra via De Gasperi e viale Strasburgo,

Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal locale Tribunale di Palermo - Sezione I Penale e Misure di Prevenzione, su proposta congiunta del direttore della Dia, Generale di Divisione Giuseppe Governale, e della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, procuratore aggiunto, Marzia Sabella e sostituto procuratore, Claudia Ferrari.

Le verifiche fiscali svolte dalla Guardia di Finanza sulle stesse società hanno accertato un’evasione di Ires e Iva di quasi 5 milioni di euro e un debito fiscale pari a 17 milioni di euro. Il sequestro si fonda sugli accertamenti patrimoniali compiuti dalla Dia per il periodo 1999-2008. Sono stati sequestrati, oltre ai bar, la società "Auto e Passioni", la Porsche Macan, una casa e due magazzini tra Palermo e Corleone, più conti correnti e vari investimenti, per un totale di circa 2 milioni di euro.

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