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Picchia e minaccia di morte la compagna per anni, arrestato un 37enne a Partinico

Picchiata e spinta dalle scale mentre era in gravidanza, aggredita, minacciata di morte fino al tentativo di sottrarle il figlio. La vita per una donna era diventata un incubo fino a quando, ricoverata in ospedale per le lesioni riportate durante una delle tante aggressioni, ha avuto la forza di raccontare ai poliziotti, in lacrime, quanto aveva subito negli ultimi anni.

La Polizia di Stato, nell’ottobre del 2017, era intervenuta presso un nosocomio dopo la segnalazione di una lite tra un uomo, P.F. 37enne, e il personale medico di turno. Qui gli agenti del Commissariato di Partinico hanno incontrato la compagna dell’uomo che era ricoverata, la quale aveva raccontato, tra le lacrime, che la lite del compagno con il personale medico era stata determinata dal suo tentativo di obbligare la donna a firmare le dimissioni volontarie dall'ospedale contro la sua volontà.

La donna, a quel punto, non ha più retto e ha confessato ai poliziotti di essere vittima delle minacce di morte e delle aggressioni fisiche e verbali da molto tempo. Racconti raccapriccianti dai quali si evincevano numerose violenze fisiche subite, anche durante il periodo di gravidanza.

La donna aveva pertanto deciso di denunciare i comportamenti dell’uomo e per questo era stata inserita da parte degli organi competenti, insieme al figlio minore, presso una struttura protetta. Anche questo tentativo di allontanare l'uomo dalla famiglia non è valso a nulla.

Il compagno era riuscito a scoprire i luoghi da lei frequentati e con appostamenti, telefonate e aggressioni, aveva continuato  ossessivamente a minacciare la sua serenità. Il 37enne era giunto anche a tentare di sottrarre il loro figlio alla donna. Un giorno si era recato presso la scuola del piccolo e, brandendo una tenaglia, aveva tentato di portarlo via con la forza; solo l’intervento delle Forze dell’Ordine avevano scongiurato il peggio.

Oggi è stata emessa la misura cautelare a suo carico e dopo le formalità di rito è stato condotto presso la Casa Circondariale “Lorusso” di Pagliarelli. È ritenuto responsabile di "reiterate condotte violente, di maltrattamenti e atti persecutori nei confronti della compagna, compiute spesso anche in presenza del loro figlio minore".

 

 

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