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Mafia, droga ed estorsioni "in trasferta": colpo al mandamento di San Lorenzo, blitz con dieci arresti a Palermo

Le perquisizioni

Colpo al mandamento mafioso di San Lorenzo-Tommaso Natale a Palermo: in una operazione all'alba, la polizia ha arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip  del Tribunale di Palermo, dieci esponenti di spicco del mandamento.

I coinvolti sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti anch’esso aggravato dalle modalità mafiose.

Gli indagati sono: Giuseppe Messia, 41 anni, Giovanni Messina, 40 anni, Girolamo Taormina, 36 anni, Giuseppe Fricano, 51 anni, Salvatore Lucera, 48 anni, Giuseppe La Torre, 67 anni, Fabio Chianchiano, 54 anni, Salvatore Verga, 28 anni, Francesco Di Noto, 30 anni, Baldassarre Migliore, 51 anni.

Il provvedimento giunge al termine di un’attività d’indagine svolta dalla squadra mobile di Palermo, e coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, che si è avvalsa, tra l'altro, delle dichiarazioni di Silvio Guerrera, arrestato nel 2014 e che dall'anno dopo ha iniziato a collaborare con la giustizia.

Numerosi i casi di estorsione documentati dagli investigatori, ai danni anche di imprenditori edili che operano in territori diversi da quelli del mandamento mafioso, come Isola delle Femmine, Capaci e Carini, ai quali veniva imposto il pagamento di ingenti somme di denaro per “la messa a posto”. Solo in tre però hanno collaborato una volta convocati dalla squadra mobile.

Le estorsioni, di cui si occupava soprattutto Migliore, avvenivano anche grazie al ruolo di collegamento con altre “famiglie mafiose” del territorio palermitano assunto da alcuni degli arrestati. I ricavi delle estorsioni, infatti, in alcuni casi venivano divisi tra le famiglie di diversi quartieri cittadini.

L’organizzazione era anche particolarmente attiva nel campo del traffico di stupefacenti nel capoluogo, tanto che Fabio Chianchiano, uno degli arrestati, si era imposto come il principale spacciatore del quartiere Zen con l’appoggio di Cosa Nostra, a cui corrispondeva regolari somme di denaro in base alla droga venduta.

Ma sono le estorsioni l'elemento centrale del blitz di oggi e Baldassare Migliore, 52 anni, l'esponente mafioso di spicco. Più volte arrestato e assolto. Il suo nome è stato fatto la prima volta nel corso dell'indagine Perseo dei carabinieri, nel 2008.
Nel corso del processo le intercettazioni furono dichiarate inutilizzabili e così fu assolto. Assoluzione che arrivò anche nel 2016 dopo che fu accusato di estorsione per i lavori al centro commerciale La Torre a Borgo Nuovo.

Nell'inchiesta coordinata da Annamaria Picozzi, Amelia Luise e Roberto Tartaglia sono state raccolte le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Silvio Guerrera. Alcuni imprenditori hanno confermato di aver versato delle somme a titolo di estorsione. Sono 4 gli episodi documentati.

"Tra gli arrestati di spicco di questa operazione - aggiunge - c'è l'imprenditore Baldassarre Migliore, un po' trasversale che grazie all'appoggio delle famiglie mafiose riusciva ad ottenere alcuni lavori in territori dove l'organizzazione Cosa Nostra incideva e sono state documentare alcune estorsioni".

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