PALERMO. Sono frenetiche le notti dello spaccio e della movida palermitana. Uno degli arrestati nell’operazione che questa mattina ha portato a 16 ordinanze di custodia cautelare, Antonio Napolitano, viene chiamato alle 2.05 della notte. “Domani di pomeriggio… ti ho dato la mano. ..paga lui”, dice il cliente. Poco dopo Napolitano replica scrivendo: “Non può essere 600 già è assai ti ho fatto cortesia… Per le 600 domani ma se vengo ora con i soldi”. L’acquirente risponde: “Domani pomeriggio presto hai i soldi… dai paga lui”.
A quel punto Napolitano incalza: “Domani se non mi fai avere tutto vedi che facciamo discorsi io te lo dico scendi”. L’affare viene concluso nel pomeriggio successivo in ufficio dal cliente. C’è chi chiede di dilazionare il pagamento: “Sono a casa, ma lo sai che non ho un cazzo da darti?”. Tra i consumatori ci sarebbe anche una giornalista. Ma il mondo della droga è trasversale e intercetta professionisti, così come commercianti.
L’approvvigionamento dello stupefacente avveniva in Campania o in Calabria. Gli inquirenti hanno scoperto un accordo tra Alessandro Bronte, Pietro Catalano e Angelo Scafidi, tutti residenti nel quartiere Capo di Palermo. La figura di spicco è Bronte, inserito – secondo la Procura - nel mandamento di Porta Nuova e dedito al traffico di droga per conto di Tommaso Lo Presti, già a capo del mandamento.
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