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Palermo, caos nella zona del porto e da mercoledì saranno aperti i varchi

PALERMO. Caos questa mattina a Palermo per la chiusura lato monte di via Crispi ma l’amministrazione comunale aggiusta il tiro. Nessuna retromarcia che preveda la riapertura della strada che costeggia il porto ma da mercoledì saranno aperti tutti i tre varchi al porto, sperando così di consentire un maggiore scorrimento del traffico.

“Oggi l’impresa che doveva completare la segnaletica stradale in zona ha concluso i lavori. Intanto devono trascorrere 48 ore perché i cittadini si rendano conto dei nuovi percorsi e dei nuovi divieti. Domani ci sarà l’ultima giornata di apertura di entrambe le carreggiare – spiega l’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania – da mercoledì 7 settembre si chiuderà nuovamente la corsia lato monte di via Crispi. Intanto partirà l’ordinanza comunale che prevede da mercoledì l’apertura dei tre varchi al porto e questo dovrebbe smaltire un po’ di traffico negli orari d’imbarco”.

Intanto non si placano le polemiche sui cantieri nell’area circostante al porto da parte dei commercianti. La presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio, che si fa portavoce dei disagi degli operatori economici tuona: “Non solo pagare ma anche morire. Se ai residenti, ai commercianti e al turismo si devono chiedere sacrifici per la modernizzazione della città è bene che questi sacrifici non siano vani, viceversa è assolutamente inaccettabile che si chieda di pagare o di morire come nel caso di tante aziende che chiuderanno e di una economia che piangerà il fatto che la gente eviterà Palermo come una piaga”. E’ l’amara riflessione sulla situazione arrecata dai cantieri nella zona di via Amari e del porto. Oggi commercianti e residenti hanno protestato per il caos in cui è piombata la zona.

Di Dio rincara la dose e parla di “un danno all’immagine che sta subendo Palermo con i turisti che a causa di una città caotica, che avrà dato stress a chi viene a cercare svago e riposo, è inimmaginabile – spiega la presidente di Confcommercio - e riteniamo che chi ha la responsabilità giuridica dell’esecuzione dell’opera, Tecnis, Rfi e Italferr, deve già rispondere dei gravi danni arrecati. A nostro parere già esistono delle oggettive responsabilità relative ai ritardi che i cantieri hanno registrato fino ad ora, non sono stati rispettati il contratto e il cronoprogramma precedente ed è opportuno che i soggetti responsabili paghino, così come stiamo pagando tutti, commercianti e cittadini”.

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