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Da Ballarò al Capo l'ombra dei boss
sul mercato del pesce: rapine e minacce

Il più vecchio dei vivaisti costretto a chiudere l'attività dopo un assalto armato e il diniego dei fornitori a dargli la merce

PALERMO. «Sei proprio un...una fogna, una pattumiera...Lo avete fatto chiudere voi?». È un fornitore veneto di frutti di mare a rivolgersi così a Giuseppe Ruggeri, considerato il boss del pesce. Parlano di Giovanni Fazio, 69 anni, detto «l'avvocato», ex titolare del vivaio dell'Addaura, il più conosciuto e anziano operatore del settore palermitano. Ad ottobre Fazio ha subito una rapina, due malviventi sono finiti in carcere e lui ha deciso di mollare. Ha intuito che aria tirava. Prima i vecchi fornitori gli hanno fatto problemi per ottenere la merce, poi l'assalto armato. Ed ha preferito chiudere l'attività.


Era l'obiettivo, sostiene l'accusa, che si prefiggevano Ruggeri e Paolo Calcagno, il nuovo reggente di Porta Nuova. Coppia bene assortita, dicono gli inquirenti, che avrebbe imposta una sorta di monopolio del pesce.

«Attraverso i rispettivi esercizi commerciali, «Frescogel» di Ruggeri e «Worldfish» riconducibile a Calcagno (un impiegato è il fratello del boss Tommaso Di Giovanni) - scrivono i pm - instauravano una vera e propria egemonia nella commercializzazione del pesce principalmente nel quartiere di Ballarò e del Capo.


Dalle indagini emergeva un controllo assoluto del settore a tutti i livelli della filiera e nei confronti di tutti gli operatori economici dalla vendita all'ingrosso ai piccoli banconisti nei mercati cittadini».

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