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La morte di Aldo Naro, tra i 13 indagati anche il titolare del Goa

PALERMO. C’è anche il titolare della discoteca Goa, Massimo Barbaro, tra le tredici persone per le quali si sono appena chiuse le indagini legate all’omicidio di Aldo Naro, il medico di 25 anni ammazzato con un calcio al culmine di una rissa scoppiata all’interno del locale dello Zen, nella notte del 14 febbraio scorso. Per lui, come per Francesco Meschisi, 50 anni, coordinatore e reclutatore degli addetti alla sicurezza (sia regolari che abusivi), e per Giovanni Perna, di 45, responsabile della sicurezza, l’accusa mossa dalla Procura è di favoreggiamento.

Avrebbero impedito - così come è emerso dalle indagini dei carabinieri - che il presunto autore del delitto (un minorenne che è già sotto processo davanti al tribunale competente) venisse arrestato. Passarono infatti diversi giorni prima che il diciassettenne si costituisse, ammettendo di aver sferrato il calcio fatale che aveva ucciso Naro, pur senza avere l’intenzione - questa la sua versione - di ammazzarlo. E se si era perso tempo prezioso per risalire all’autore del gesto, secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio perché i tre avrebbero in qualche modo depistato le indagini.

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