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I nuovi poveri, a caccia di cibo in città

Storie di chi, per sopravvivere, attende di rovistare tra gli scarti delle bancarelle: «Non posso comprare neanche un’arancia». I commercianti offrono cibo e aiuto a chi non ce la fa

PALERMO. Hanno gli occhi lucidi, tristi. Hanno gli occhi di chi ne ha viste tante e ha toccato il fondo. Si guardano intorno, come se stessero facendo qualcosa di illegale e, invece, non tolgono niente a nessuno e con dignità cercano di andare avanti.

Sono i nuovi poveri, principalmente anziani pensionati che spesso aspettano la fine dei mercati per cercare, tra gli scarti alimentari dei commercianti, qualcosa ancora commestibile da portare a casa. Gente schiva, che è stanca pure di parlare e raccontare la propria storia perché, dopo anni di lavoro, non pensava di trascorrere gli ultimi anni della vita in povertà.

«Non riesco neanche a permettermi un’arancia, ma il desiderio di mangiarla è tanto. Così, aspetto la fine del mercato di Ballarò per trovare qualcosa - racconta Pina, una settantatreenne piccola di statura che, nonostante la durezza e le difficoltà che la vita le ha riservato, non perde il sorriso -. Prendo 420 euro di pensione, pago un affitto di 250 euro al mese per un’abitazione minuscola, devo anche pagare le bollette e aiutare mia figlia, separata dal marito, che mi ha regalato due nipotini. Se non aspetto la fine del mercato, come faccio a fare la spesa?».

Pina si commuove e non riesce più a raccontare la sua storia. Una vita passata a spaccarsi la schiena: rimasta vedova giovanissima, non si è mai arresa e ha sempre assicurato un pasto caldo ai propri figli, lavorando onestamente, come sarta, come domestica. «Mi vergogno per come mi sono ridotta, sono disperata» dice, con un filo di voce. A sentire il racconto della donna, è stato anche un uomo, Giuseppe La Mantia, residente nell’antico quartiere dell’Albergheria, che con foga ha affermato: «Siamo in un Paese dove a vergognarsi purtroppo è la povera gente onesta che ha sempre rispettato le leggi. A nascondersi dovrebbero essere i politici, che lasciano queste persone in mezzo alla strada fregandosene, perché pensano solo a rubare i soldi pubblici».

A rovistare tra i cassonetti, tra le cassette di frutta o di pesce lasciate per strada dagli ambulanti, ci sono anche dei ragazzi. Alcuni extracomunitari, altri palermitani. Padri e madri che non riescono a trovare un lavoro oppure lo hanno perso e che, invece di intraprendere strade brutte, preferiscono cercare tra i rifiuti in silenzio.

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