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Le mani di Messina Denaro su Palermo, Galatolo: così sceglieva i boss

Il collaboratore di giustizia parla di una lettera del boss Messina Denaro con le indicazioni per i ruoli di comando nei clan del capoluogo

PALERMO. A chiedere a Vito Galatolo di assumere la guida del mandamento di Resuttana sarebbe stato personalmente Matteo Messina Denaro. Interessato a mettere le mani sull’organigramma della mafia palermitana. Intenzionato a scegliere — o a contribuire a scegliere — capi e gregari nel capoluogo dell’Isola. Ma sempre con garbo e con attenzione a non turbare equilibri. Chiedeva e non imponeva, il superlatitante di Castelvetrano. Insistendo solo per l’esecuzione di un’operazione «chiesta dall’alto», e cioè l’attentato da eseguire ai danni del pm del processo sulla trattativa, Nino Di Matteo.

Vito Galatolo racconta la mafia più recente, quella che intercettazioni e pedinamenti non sono riusciti a far venire alla luce, nell’inchiesta Apocalisse, portata avanti da polizia, carabinieri e Guardia di Finanza e culminata con 90 arresti, eseguiti in giugno.

Ma dal racconto dell’ex boss dell’Acquasanta, oggi pentito e sottoposto a interrogatori a tappe forzate, dai pm di Palermo e Caltanissetta, emerge anche l’influenza notevole di Messina Denaro sul capoluogo dell’Isola: un dato che non è mai stato confermato con certezza e in maniera univoca e sul quale, infatti, lo stesso Galatolo esprime qualche dubbio.

Spingendosi ad ipotizzare che Girolamo Biondino, fratello di Salvatore (l’uomo che fu arrestato con Totò Riina), potesse addirittura bluffare e che, per rendere più autorevoli gli ordini, osasse attribuirli a Messina Denaro. Ipotesi, naturalmente. Ma nemmeno tanto peregrine, se si considera la sfilacciatura di un’organizzazione messa a durissima prova da arresti e indagini e in cui le comunicazioni sono in mano a pochissimi eletti, il potere ristretto in mano a un «Direttorio», di cui parla Galatolo, i veleni sempre in agguato.

Vito condivise i propri dubbi con il boss di Porta Nuova, Alessandro D’Ambrogio, pure lui perplesso soprattutto riguardo all’attentato da compiere contro Nino Di Matteo. Anche se, per questo aspetto, sulla possibile corresponsabilità di Messina Denaro convergono i numerosi anonimi inviati nei mesi scorsi, e che contenevano particolari in parte coincidenti con quelli ora indicati dall’ex boss.

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