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Il piano che non c’è sulle strade colabrodo di Palermo

Rischi sempre più alti per automobilisti e motociclisti. La Rap: «Pochi mezzi e risorse per risolvere il problema del tutto»

PALERMO. Le strade della città sono un colabrodo. I marciapiedi sconnessi e poco utili alla funzione cui dovrebbero servire. Gli impianti di illuminazioni spenti. Ed eccoci a raccontare un disastro tecnico-amministrativo lungo una vita che spesso si accende di rosso sangue, diventando tragedia umana. Le cattive abitudini, come scambiare una via in una pista da corsa, fanno il resto: cioè producono una micidiale intruglio di insicurezza e pericolosità.

La manutenzione tocca alla Rap. Nel contratto di servizio l’obiettivo indicato è rassicurante: «Percorribilità della sede stradale in condizioni di sicurezza e comfort». Nella realtà le cose - come tutti possono quotidianamente sperimentare - non vanno così.

«Non so quanto tempo e quanti soldi ci vorrebbero per mettere in sicurezza tutto il sistema viario di Palermo», dice Sergio Marino, presidente della Rap. «Anni e anni oltre che risorse enormi -spiega -. Noi mettiamo pezze, tamponiamo le emergenze secondo una lista che contiene tre gradi di pericolo. Purtroppo la zona rossa è sempre più affollata».

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