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Palermo: cambi continui a centrocampo, ma le rotazioni hanno dato pochi frutti

L'allenatore Corini ancora alla ricerca di una linea mediana dai risultati sicuri: la sosta servirà anche a cercare di mettere ordine

Coulibaly in azione contro il Cittadella, alle sue spalle Stulac (foto di Tullio Puglia)

Bisogna trovare l’ordine nel caos in un reparto un cui la parola «caos» non esiste e dove l’ordine è la chiave giusta per poter ripartire. Sono giorni di analisi, riflessioni, dialoghi e confronti ma soprattutto di lavoro, in campo, per il Palermo di Corini, desideroso di dimostrare che il mese appena trascorso è solamente un brutto ricordo e che la squadra può far vedere quanto di buono è capace di offrire, proprio come all’inizio di questa stagione.

Per un uomo d’ordine e disciplina tattica come Corini, è facile dare stabilità e idee ben precise al reparto mediano, fulcro del gioco di ogni formazione e soprattutto di quella di Corini, che da questa zona riesce a bilanciare quella che è l’idea di sviluppo di gioco offensivo e quella, inversa, di non possesso difensivo. Tuttavia, tra le cose da andare ad analizzare e approfondire è proprio quella riguardante una linea da seguire e gli interpreti utili o indispensabili da dover impiegare affinché questa sia quella giusta ed efficace per il gioco del Palermo che Corini intende esprimere. In queste prime partite di campionato, infatti, il tecnico dei rosanero non ha fatto altro che cambiare spesso e volentieri gli interpreti in mezzo al campo, non dando una precisa idea di chi fosse quell’elemento imprescindibile per lo scacchiere dei rosa.

La rosa a disposizione dell’allenatore bresciano, soprattutto nel reparto mediano, è ampia e di qualità, tanto che lo stesso Corini ha più volte detto di avere a disposizione un organico di 23 titolari che possono ruotare senza che si notino effetti diversi per tutta la squadra. E questo, in effetti, si è anche visto in alcune circostanze, quando Corini ha cambiato spesso e in blocco l’intero reparto senza che la squadra avesse subito contraccolpi tattici o di rendimento.

Contro il Bari, per esempio, Corini decise di affidarsi a Stulac in cabina di regia, affiancato da Vasic e Gomes. La partita successiva, due su tre confermati e ingresso di Segre al posto di Stulac con Gomes impiegato da play. Per tre volte consecutive Corini ha deciso di confermare lo stesso terzetto in mezzo al campo durante questa stagione ed è stato a partire dalla sfida casalinga contro la Feralpisalò, che il Palermo riuscì a vincere per 3-0. Stulac regista, Henderson mezzala di destra e Segre a sinistra. Stesso tridente di centrocampo proposto per la sfida esterna, poi vinta, contro l’Ascoli. Poi, l’ultima proposizione contro il Cosenza, in casa: la rete di Canotto decretò la sconfitta del Palermo e la conseguente decisione, probabilmente più per motivi di energie che per risultati, di stravolgere l’intero reparto e affidarsi a tre nuovi interpreti. Contro il Venezia, infatti, Corini ha puntato su Vasic, Gomes e Coulibaly, dando un forte segnale di come tutti siano utili ma nessuno indispensabile.

Da quel momento in poi, sempre piccole novità e mai la stessa proposizione dello stesso terzetto a centrocampo, se non nelle ultime due partite di campionato anche se per cause di forza maggiore visto che il reparto era praticamente ridotto all’osso per via dell’infortunio di Vasic e per la convalescenza di Segre.

Nel ciclo terribile del post-Modena, a causa anche dell’infortunio di Coulibaly, Corini ha avuto meno possibilità di ricorrere a delle rotazione che dessero modo di avere interpreti sempre freschi. Contro lo Spezia, Henderson-Gomes-Segre non hanno soddisfatto le aspettative, tanto che una settimana dopo hanno iniziato Vasic e Stulac al posto di Henderson e Segre, purtroppo con risultati negativi come i propri compagni.

Poi, il cambio di modulo contro il Brescia e il 4-2-3-1 che ha visto Coulibaly in una posizione più avanzata che ha dato i suoi frutti - ed un gol - ma non contro il Cittadella.
Insomma, questa sosta servirà anche e soprattutto a dare stabilità. Sia fuori che dentro il campo. E al centro del campo.

Coulibaly in azione contro il Cittadella, alle sue spalle Stulac (foto di Tullio Puglia)

 

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