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Palermo, non convince l’esperimento del doppio play

Stulac e Gomes insieme non hanno dato le garanzie che cercava l'allenatore. Impalpabili a Bari e con il Brescia, un crollo con Lecco e Cittadella

Claudio Gomes in azione contro il Cittadella (foto di Tullio Puglia)

Quello degli esterni a piede invertito non è l’unico esperimento che nei primi tre mesi di campionato non ha dato i suoi frutti: uno dei flop più evidenti nel Palermo ha riguardato il centrocampo e in particolare l’utilizzo del doppio play. La presenza congiunta di Stulac e Gomes si è spesso rivelata deleteria in fase tanto di contenimento quanto di impostazione e il loro rendimento positivo deriva più da guizzi individuali (punizione contro lo Spezia per lo sloveno, protezione del pallone per il francese) che da un apporto concreto al gioco di squadra.

Per quattro volte Corini li ha inseriti nell’undici titolare: all’esordio a Bari, quando con il mercato ancora aperto il doppio play era ritenuto un’opzione plausibile in ottica campionato, e nei recenti impegni con Lecco, Brescia e Cittadella. In questi ultimi, tuttavia, la scelta di schierarli dall’inizio era per lo più legata a problemi di infortuni (contro i blucelesti) o alla volontà di provare qualcosa di diverso dal 4-3-3 (nelle ultime due uscite), mettendo i due davanti alla difesa nel 4-2-3-1: la gara con le «rondinelle» (unico successo con il doppio play) l’hanno chiusa senza infamia e senza lode, quella di domenica li ha visti travolti insieme al resto della squadra dalla marea granata (in maglia gialla per l'occasione), anche se il crollo definitivo è arrivato dopo l’uscita dal campo di Stulac a vantaggio di Segre.

Uno degli aspetti emersi a Bari, che aveva portato Corini ad accantonare temporaneamente l’opzione doppio play, era lo squilibrio del terzetto in mezzo al campo: Stulac e Gomes infatti tendevano a supportare poco la fase offensiva, con lo sloveno reso quasi inoffensivo dalla marcatura a uomo di Sibilli, mentre Vasic rientrava poco in difesa. Con il Lecco i rosa hanno subito due gol in fotocopia, infilati in contropiede dagli inserimenti dei centrocampisti avversari, e in entrambi il rientro della mediana si è rivelato lento o comunque impreciso; con il Brescia è stata la pochezza offensiva della banda Gastaldello a facilitare le cose, sebbene in fase di impostazione il Palermo abbia fatto fatica a innescare il tridente d’attacco; con il Cittadella stesso copione, ma la crescita dei granata nella seconda fase di gioco ha indirizzato il match dalla loro parte. Un insieme di elementi che Corini dovrà ben valutare a Terni, dove i rosa non potranno più permettersi di chiudere con zero tiri in porta.

In alto Claudio Gomes in azione contro il Cittadella (foto di Tullio Puglia)

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