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Palermo, l’assalto alla Serie A comincia a Bari: Corini va avanti con il 4-3-3

Via al campionato cadetto: all’esordio per i rosa subito un esame contro una squadra che a giugno ha sfiorato la promozione

Si riparte da Bari, cercando di rispettare la regola del… dieci. Nell’ultimo ventennio il Palermo ogni dieci anni è stato promosso in Serie A: primo posto nel 2003-2004, primo posto nel 2013-2014, anche questa stagione 2023-2024 inizia all’insegna dell’ottimismo. Ottimismo dettato più dalle potenzialità della nuova proprietà rosanero e dalle dichiarazioni dei suoi manager, che dall’attuale organico. La speranza, confermata ieri da Corini nella canonica conferenza della vigilia, è che prima della chiusura del mercato il Palermo riesca a completare il suo roster con un paio di acquisti di valore. Fin qui molto è stato fatto ma la squadra presenta evidenti fragilità. Sugli esterni di difesa e anche nel reparto avanzato, dove manca un’altra punta di esperienza.

Si riparte da Bari, contro una squadra che porta bene ai colori rosanero. Almeno in questi ultimi tre anni il Palermo non ha mai perso contro i pugliesi, giocando sempre buone partite. Si riparte contro una squadra che lo scorso anno ha fatto benissimo perdendo in casa la promozione a pochi secondi dal termine della doppia sfida contro il Cagliari e che sembra avere subito uno choc per quella delusione. Persi il portiere Caprile e Folorunsho e con Cheddira pronto a partire (tre protagonisti della passata stagione non compensati con gli arrivi di Menez e Nasti), la squadra di Mignani sulla carta si è indebolita ma resta una formazione compatta, che gioca a memoria da tre campionati sempre con lo stesso tecnico e vorrà certamente riscattare la batosta interna di Coppa Italia contro il Parma. Quello di stasera non sarà certamente un debutto facile.

Il Palermo dovrebbe affrontare il Bari con la stessa squadra che ha perso ai supplementari a Cagliari. Una partita con buone indicazioni ma con qualche «ma» e qualche «se». Si sarebbe potuto fare di più sul piano della tenuta mentale e senza le distrazioni difensive nei supplementari. Non sappiamo se in futuro Corini punterà ancora su questo 4-3-3, che lo scorso anno abbandonò dopo il girone di andata. Sappiamo che per adesso continua a provarlo, sperando nei progressi delle punte esterne (Di Mariano e Insigne non hanno mai battuto a rete a Cagliari) e sul perfetto inserimento del giovane Vasic nello scacchiere rosanero. Può essere infatti Vasic, che nella partita di Coppa Italia è stato tra i migliori, il calciatore che può consentire a Corini di modificare gioco nel corso della gara senza ricorrere a cambi. Se il giovanissimo talento di origini bosniache avanzerà tra le linee (cosa che a Cagliari ha fatto a tratti) il Palermo si troverà a giocare col 4-2-3-1 (o se vogliamo 4-4-1-1, che è la stessa cosa) con Vasic alle spalle di Brunori, Gomes e Stulac mediani. Può essere una alternativa tattica al 4-3-3, lo si può ricavare anche dal fatto che il Palermo ha cercato senza farne mistero il rumeno (ex Pisa) Morutan, che è un centrocampista offensivo che può fare appunto anche il trequartista.

Ma oggi il problema più impellente è quello di garantire stabilità a una difesa che dopo la cessione di Sala e l’infortunio di Aurelio ha un evidente «buco» a sinistra. A Cagliari Ceccaroni lo ha colmato con generosità ma si tratta chiaramente di un ripiego. Un ripiego con due conseguenze negative. La prima sta nel fatto che appunto Ceccaroni giocando in un ruolo non suo spinge poco, la seconda è che al Palermo viene meno uno dei due centrali su cui aveva impostato la sua difesa. Per quanto visto finora la coppia Lucioni-Ceccaroni offre valide garanzie per questa categoria. Oggi, con Ceccaroni a sinistra, al centro dovrebbe essere confermato Marconi, di cui conosciamo bene pregi e limiti. Se a sinistra il problema è evidente, a destra è più sfumato. Mateju (finora preferito a Buttaro) fa il suo in un ruolo che ha ricoperto anche lo scorso anno dopo il ko di Elia ma nonostante provi a sganciarsi le due caratteristiche sono più simili a quelle di un difensore centrale. Insomma, con Mateju e Ceccaroni terzini il Palermo perde brillantezza e fantasia sulle corsie esterne.

Problemi lampanti che certamente non sfuggono a Corini e ai manager rosanero. Problemi che andranno risolti nei prossimi giorni, prima della chiusura del mercato. E per come andranno risolti capiremo un po’ meglio quali saranno le prospettive rosanero in questa stagione. Intanto, quel che conta è migliorare quello che già c’è, provare a non perdere al debutto (lo scorso anno fu trionfale) ben sapendo che la lunghezza e l’imprevedibilità di questo campionato escludono ogni affrettata previsione.

Nella foto Roberto Insigne in azione

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