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Il Palermo contro la Reggina per sognare: ecco gli spunti della gara del Barbera

L'abbraccio dei rosa ad Ascoli (foto Puglia)

«Febbre» rosa. La grande notizia è che il Barbera torna a riempirsi: c’è aria di pienone, il doppio successo su Bari e Ascoli ha ridato fiato alle trombe dell’euforia. E nulla unisce l’entusiasmo di chi oggi assisterà alla gara del Palermo contro la Reggina a quello degli oltre ventitremila spettatori (record stagionale) che furono presenti per la partita col Genoa a settembre. Quella partecipazione fu un’apertura di credito sull’onda lunga per l’euforia della promozione, un rito propiziatorio a scatola chiusa. Oggi dopo mesi di paure e anche di severe critiche si tratta di un riconoscimento. Di un riavvicinamento «consapevole». Il riconoscimento per un percorso difficile, che con pazienza ha tirato fuori il Palermo dalla melma di coda e l’ha proiettato verso traguardi impensabili fino a qualche settimana fa. Che ha fatto cambiare idea su Corini a quei tifosi che fino al termine del girone di andata ne chiedevano l’esonero. Dopo otto partite senza sconfitte (la striscia positiva più lunga attualmente in B), la squadra rosanero può guardare avanti e non più indietro. E senza mai perdere il contatto con la realtà di un torneo equilibrato in cui nulla può dirsi deciso o scontato appuntiamo solo che vincere oggi dopo i risultati di ieri vorrebbe dire occupare il sesto posto in classifica, nel cuore dei play-off. Oltre ogni aspettativa.

Le «vertigini» oggi (5 febbraio, fischio d'inizio alle 16.15) possono essere il grande pericolo per il Palermo. Uno scollamento con la realtà può frenare la marcia di una squadra che ha rimontato posizioni su posizioni con la forza dell’umiltà e ha battuto in case tutte le formazioni più forti (Genoa, Parma, Cagliari e Bari) puntando sull’organizzazione, sulla forza fisica e tatticamente sulle ripartenze. Oggi il Palermo è tecnicamente più forte con gli arrivi di Verre, Tutino e Masciangelo, potrà sviluppare un calcio più tecnico, ma sarebbe assai pericoloso smarrire lo spirito che l’ha sorretto in questa sua rimonta. Uno spirito che parte da lontano e che anche inaspettatamente è stato ben interpretato dagli unici «reduci» della promozione: Marconi, Valente e Brunori. Così, la domanda che arriva spontanea è la seguente: se a questa squadra che ha trovato equilibri e fiducia aggiungiamo le qualità di Verre e di Tutino dove potrà arrivare?

Lo scopriremo già da questo pomeriggio, anche se Tutino è reduce dall’influenza e non giocherà inizialmente e Masciangelo non è stato convocato. L’unica novità dovrebbe essere l’impiego di Verre tra i titolari, forse al posto di Segre. Diciamo forse perché, anche se non al massimo, Segre è un giocatore che con la sua «intensità» garantisce copertura e ripartenze. Un centrocampo con due giocatori molto tecnici come Verre e Saric potrebbe avere problemi, in pratica non ci sarebbe un solo interditore perché anche Gomes non è ancora pronto. E come abbiamo detto, serve equilibrio in una squadra che con Tutino seconda punta potrebbe cambiare qualcosa ma che oggi dovrebbe ripresentarsi con solito modulo 4-3-3. Ovvero con Di Mariano come sempre largo a sinistra e Valente a destra pronto ad abbassarsi in fase difensiva: contro il 4-3-3 di Inzaghi, con le prevedibili percussioni di Di Chiara e Pierozzi, per gli esterni rosa s’annuncia una gara assai impegnativa.

Una sfida che all’andata non ebbe storia: il Palermo fu travolto da una squadra che volava. Oggi le cose stanno in modo diverso, benché la Reggina resti tra le favorite per la promozione. A gennaio non ha fatto molto (l’ex rosa Terranova il puntello più rilevante), puntando sul gruppo attuale. Diverso lo stato di forma, diverso lo spirito e il cammino con cui le due formazioni arrivano a questa sfida. Il Palermo nelle ultime otto gare non ha mai perso, raccogliendo diciotto punti; nelle stesse otto partite la Reggina ha messo insieme tredici punti, con due sconfitte peraltro nelle ultime tre partite. A Bolzano e in casa contro la Spal. Non hanno mai accusato clamorose flessioni nel gioco gli amaranto, ma le cose non girano più nel giusto verso. Inoltre, oggi la squadra di Inzaghi sarà priva del regista Hernani, degli esterni Ricci e Fabbian, quest’ultimo può definirsi il migliore giovane della categoria. Classe 2003, scuola Inter, ha già segnato sette gol ed è il migliore realizzatore della sua squadra. Una gara che resta difficile anche per la difficoltà di arginare un calciatore esperto come Menez, che giocando da centravanti arretrato non dà riferimenti (toccherà a Damiani), senza contare che la Reggina è tra le pochissime squadre che ha vinto in trasferta e in casa lo stesso numero di partite (6).

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