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Giornata nazionale del braille, appello da Palermo: «Più formazione per gli insegnanti»

Il braille non è solo un codice di scrittura e lettura per le persone non vedenti che utilizza i sei puntini per rappresentare alfabeti, numeri e simboli ma uno strumento di accesso alla cultura e di inclusione sociale, è il superamento delle barriere. Ma, come è emerso oggi al convitto nazionale Giovanni Falcone di Palermo, nel corso di un evento aperto ai giovani, ancora il personale docente non è adeguatamente formato. L'incontro, al quale hanno preso parte gli studenti delle classi medie ad indirizzo musicale, è stato organizzato dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti della sezione territoriale.

I ragazzi si sono confrontati con docenti esperti del braille e giovani che con le loro testimonianze di vita hanno spiegato l’importanza dello studio per inseguire i propri sogni. «L’importanza del braille nelle scuole è rilevante ma vi è carenza di formazione del personale docente – dice il presidente dell’Uici Palermo Tommaso Di Gesaro -. Per questo organizziamo campagne di sensibilizzazione sul tema. Abbiamo bisogno però di un’organica presenza del braille nelle scuole che abbia il carattere della continuità. I nostri ragazzi spesso non lo conoscono. Lo Stato ha avuto la volontà di affermare anche a livello legislativo la sua importanza, ma a livello pratico è stato fatto ben poco perché i corsi di formazione per gli insegnanti sono carenti. Non si studia il braille così come non si studia il linguaggio dei segni. Si fa solo una preparazione di carattere teorico senza scendere nei particolari della strumentazione necessaria per educare i ciechi e i sordi».

Pippo Scaccia, vicepresidente di Uici sottolinea che anche gli insegnanti di sostegno spesso non conoscono e non utilizzano il braille. «Si pensa che basti la sintesi vocale per poter fare studiare i non vedenti - aggiunge Scaccia -. Occorre una direttiva ministeriale che imponga un continuo aggiornamento per i docenti». Il rettore del convitto nazionale, Cettina Giannino, punta l’attenzione sull’inclusione degli studenti non vedenti. «Il Braille si integra con il digitale nella nostra società innovativa ma non si deve perdere di vista lo strumento che permette davvero di fare inclusione – spiega -. I nostri professionisti che operano nel mondo della scuola devono acquisire competenze per poter essere veramente inclusivi. Spero di incontrare presto il rettore Midiri per capire perché all’università nei corsi di specializzazione per le attività di sostegno, e io nel mio istituto ho molti tirocinanti che vengono da quei corsi, non viene prestata attenzione ad una formazione specifica su questa tematica. All’università sono previste solo 35 ore, insufficienti, per completare una preparazione che deve diventare invece disciplina, come tutte le altre, se vogliamo fare davvero inclusione».

E proprio con questo obiettivo, il rettore Giannino, ha istituito borse di studio per gli studenti diversamente abili esonerandoli dal pagamento delle rette e ha stipulato una convenzione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Palermo che li vedrà lavorare insieme in una serie di attività a beneficio di tutti.

Presenti all’incontro anche Giovanna Virga, psicologa dell’Istituto dei ciechi di Palermo e consigliere dell’Uici; l’insegnante di braille Francesca Secci; Maria Concetta Cusimano tiflologa della Federazione nazionale delle Istituzioni pro ciechi onlus di Palermo che ha fatto toccare con mano agli studenti gli strumenti che permettono ai non vedenti di leggere e studiare.

La giornata si è conclusa con un momento musicale a cura dei giovani musicisti non vedenti dell’Uici, Maria Mutolo e Antonino Martorana e degli studenti del Convitto Nazionale.

La giornata nazionale del braille

La Giornata nazionale del braille si celebra annualmente il 21 febbraio, quale momento di sensibilizzazione dell'opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti. Il braille è considerato una parte essenziale della vita delle persone non vedenti e ipovedenti per la loro istruzione, per i loro diritti umani e per l’inclusione sociale. Louis Braille era un francese che perse la vista in tenera età a causa di un incidente domestico. Durante la frequenza in un istituto per giovani ciechi di Parigi, inventò il suo sistema di scrittura e lettura. Nel 1824, all’età di 15 anni, Louis sviluppò per la prima volta il braille, codice reso pubblico nel 1829 e che ebbe maggiore diffusione dopo la sua morte, avvenuta nel 1852.

Nel video Tommaso Di Gesaro - Giuseppe Scaccia - Cettina Giannino

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