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Palermo, gli avvocati: «Il carcere non sia considerato una discarica sociale»

Gli studenti di Giurisprudenza incontrano i detenuti: un progetto della Camera penale in collaborazione con l'Università

Gli istituti di pena come luogo di rieducazione e funzione risocializzante del detenuto e non discariche sociali. Questo l’obiettivo del progetto Gli studenti incontrano i detenuti, promosso dalla Camera penale di Palermo e dall’Università, per aprire una finestra sul mondo delle carceri: da anni in emergenza, infatti, gli istituti penitenziari si mostrano privi di quegli strumenti di risocializzazione dei detenuti che dovrebbero aiutare le persone a costruire un percorso esistenziale diverso.

Una tematica che la Camera penale affronta da anni e che adesso vuole portare anche all’interno dell’Università: gli studenti della facoltà di Giurisprudenza, infatti, avranno la possibilità di poter visitare gli istituti e dialogare con i detenuti: «Gli studenti - spiega l’avvocato Fabio Ferrara, presidente della Camera penale - affrontano sotto il profilo giuridico i principi astratti, come l’esecuzione della pena, la risocializzazione, la presunzione di innocenza, il giusto processo. Ma entrare nel carcere e avere un colloquio diretto con i detenuti e capire la realtà nella quale essi vivono, dove cercano di riscattare il loro passato, è qualcosa che va visto e vissuto. È una realtà che ormai è diventata una emergenza: il carcere ancora oggi viene considerato una discarica sociale. Quest’anno sono già 79 i suicidi avvenuti all’interno degli istituti di pena, soprattutto tra persone che hanno fatto ingresso in carcere da poco tempo e che hanno una pena da eseguire relativamente breve. Questo fa riflettere sull’ambiente carcerario».

La proposta è stata accolta con entusiasmo dal rettore Massimo Midiri: «Un’iniziativa dal grande valore culturale e formativo: serve ai detenuti che devono sentire dai loro coetanei un messaggio di speranza per capire cosa c’è fuori dalle sbarre e capire quali sono le prospettive di recupero all’interno del sistema sociale, ma diventa un momento estremamente formativo per i nostri studenti che affrontano percorsi che mai avrebbero potuto fare al di fuori delle loro aule. Il progetto piace molto ai ragazzi, perché è un momento in cui possono testare ciò che imparano nelle aule».

Alla presentazione del progetto erano presenti anche Bartolomeo Romano, professore ordinario di Diritto penale, Rita Bernardini, già deputato al Parlamento italiano, Ferdinando Di Franco, tesoriere della camera penale, Marcello Consiglio, avvocato penalista, e Antonio Balsamo, presidente del tribunale di Palermo: «Un progetto che abbiamo accolto con grande interesse ed entusiasmo, crediamo sia un passo avanti importantissimo sotto il profilo della sensibilizzazione collettiva sotto il profilo delle tematiche della rieducazione e una strada obbligata se si vuole ridurre la recidiva - ha detto il presidente -. Credo ne uscirà una città più sicura e più umana attraverso questa conoscenza del mondo penitenziario e lo sviluppo di tutti gli strumenti di risocializzazione dei detenuti. Per gli studenti significa conoscere a fondo e impegnarsi per la realizzazione di un obiettivo importantissimo voluto dalla nostra costituzione. Chi studia diritto penale non può che impegnarsi a fondo per la funzione rieducativa per qualsiasi sanzione».

Nel video le interviste a Fabio Ferrara, presidente della Camera penale di Palermo; ad Antonio Balsamo, presidente del tribunale; a Massimo Midiri, rettore dell’università.

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