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"Nessuno tocchi Rosalia", a Palermo flashmob contro la violenza sulle donne

A ridosso del 15 luglio, giorno in cui per tradizione si celebra la Santa Patrona di Palermo, prende vita davanti al teatro Politeama “Nessuno tocchi Rosalia”, l’iniziativa lanciata dai centri antiviolenza della città.

“Rosalia paga con l’eremitaggio la scelta di non voler sottostare a un matrimonio forzato, che è una delle tipologie di violenza a scapito delle donne”, dice Maria Grazia Patronaggio de Le Onde ONLUS, “partiamo da questa storia per ricordare ogni anno le donne che non sono sopravvissute, vittime di femminicidio, ma anche le donne che riescono a fare dei percorsi di uscita dalla violenza e a trovare la propria libertà”.

I centri antiviolenza rappresentano un sostegno importante e reale per molte donne a Palermo, nella ricerca della serenità, di indipendenza economica e abitativa.

“Dal 4 marzo all’8 giugno a Palermo sono state accolte 104 richieste di aiuto da parte di donne che hanno subito varie forme di violenza: fisica, psicologica, sessuale, economica, stalking, rintracciata soprattutto nelle relazioni intime, ovvero nelle relazioni con mariti, padri, fratelli, fidanzati, amanti”.

Si parla infatti di una violenza sistemica, che non riguarda solo Palermo, e che pervade tutti gli ambiti della vita di una donna: ovunque si vada si incontrano forme di disuguaglianza e abuso.

“È un’ingiustizia che tornando a casa, la sera, debba sentirmi impaurita”, afferma un’intervistata, “ma anche che ci siano ancora nette differenze di salario, e che molte opportunità vengono precluse alle donne”, dice un’altra ancora. Permangono allora necessari i movimenti femministi, rimane importante la lotta, anche se ancora c’è molta strada da fare.

Da un punto, per cambiare la realtà in cui viviamo, si può però partire, come dichiara una delle tante ragazze presenti alla manifestazione: “Partiamo dai piccoli gesti quotidiani. Facciamo attenzione al linguaggio, che è strutturalmente maschilista, e soprattutto riconosciamo la violenza che quotidianamente subiamo”.

Il video di Virginia Cataldi.

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