Il 9 maggio del 1943 un'incursione aerea sganciò le sue bombe nel centro storico di Palermo causando morte e distruzione. Ottant'anni dopo molti palazzi nobiliari, alcuni risalenti anche al '400, sono ancora in stato di degrado.
A parlarne all'interno della chiesa sconsacrata San Mattia dei Crociferi di via Torremuzza, nel quartiere Kalsa, cittadini, amministrazione comunale e associazioni. Un momento di confronto che è stato anche l'occasione per discutere anche di un altro tipo di bombardamento attuale, ovvero la movida incivile che ad ogni week end si ripete nel centro storico di Palermo.
"Dormo coi tappi - dice una cittadina - ci sono continui schiamazzi notturni e musica ad altissimo volume. Esiste anche il diritto al riposo, anche nel centro storico". Rumore, musica assordante, ma anche bottiglie e rifiuti abbandonati per le strade e vie che diventano veri e propri tappi, anche per ambulanze, nel fine settimana.
A rassicurare sull'argomento c'è l'assessore alla Mobilità Maurizio Carta che parla di interventi che verteranno nel riportare la movida, quella buona, in luoghi consoni, come discoteche o lidi balneari:
"Va potenziato il metodo della concertazione che non deve essere solo ascoltare residenti e commercianti ma significa anche chiamarli e renderli co-responsabili di alcune soluzioni - dichiara l'assessore Carta -. Il regolamento approvato dal consiglio comunale sulla gestione dei beni comuni ci aiuta a coinvolgerli. Anche le aziende partecipate devono migliorare il modo con cui si prendono cura degli spazi e progressivamente questo tavolo si allargherà ad altri portatori di interesse. Sui problemi del fine settimana nel centro storico stiamo intervenendo con un regolamento dehors che limita e migliora gli spazi pubblici e con un regolamento che tende a portare la movida nei luoghi deputati. Questo - conclude - abbasserà la pressione sul centro storico e di gestire dei numeri completamente diversi".
Ma la movida selvaggia non è l'unica lamentela degli abitanti del centro storico di Palermo e delle associazioni presenti. Queste ultime hanno realizzato e mostrato nel corso dell'incontro un docufilm che ha fatto vedere edifici di pregio, sedi di storiche attività o residenze completamente o parzialmente degradati, molti di questi nel quartiere della Kalsa. Tra questi palazzo Cefalà, palazzo Bonagia, palazzo La Rosa, l'hotel Patria, strutture in pericolo perfino di crollo che si trovano tra via Alloro e piazza Marina.
"Un bombardamento - dice l'assessore alla Cultura Giampiero Cannella - che fece tantissime vittime e che modificò il volto del centro storico e anche la concezione urbanistica. Alcuni edifici ancora devastati sono privati ed è più difficile intervenire. Dovremo rintracciare i proprietari e convincerli in qualche modo a fare qualcosa. Ce ne sono invece altri, tra cui diversi spazi pubblici sui quali stiamo intervenendo. Ci sono - conclude l'assessore - parecchi progetti su cui stiamo lavorando".
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