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Palermo, cambio di marcia non gradito in zona via Scobar. I residenti: «Ci usano come cavie»

Residenti e commercianti indispettiti a Palermo dopo l'entrata in vigore di un'ordinanza che ha cambiato il senso di marcia di via Tommaso Ballo a Palermo, precedentemente percorribile nel senso di via Cristoforo Scobar. Un cambio che sembra aver drasticamente peggiorato la situazione del traffico e la vivibilità della zona. Il flusso di autovetture e mezzi pesanti che da piazzale Einstein deve raggiungere il centro della città deve necessariamente percorrere la via Scobar, creando ingorghi ad ogni ora del giorno e della notte.

«Siamo stanchi - commentano i residenti - veniamo utilizzati come cavie». La strada, da sempre residenziale, è stata trasformata a tutti gli effetti in una arteria principale di sfogo di viale Regione Siciliana: «Non capisco come si possa pensare che le tante corsie di viale Regione Siciliana possano incolonnarsi tutte in via Scobar e via Lancia di Brolo che sono ad una corsia - sottolinea Giulia Paladino, residente di via Scobar 1 -. Si è creato un tappo perenne, per fare il solo giro del palazzo impiego almeno 30 minuti».

«La via Scobar è diventata un inferno - commenta Teresa Romano - il traffico è intensissimo, non possiamo uscire di casa perché il parcheggio non si trova più e siamo costretti a muoverci a piedi. Per non parlare - prosegue - dell’impatto ambientale: respiriamo smog tutto il giorno».

Il presidente dell’ottava circoscrizione, Marcello Longo, ha accolto le tantissime istanze dei cittadini che sono giunte sulla sua scrivania e ha chiesto l’immediato ripristino del precedente senso di marcia della via Tommaso Ballo, nonché la revoca della disposizione che ha istituito il doppio senso di marcia di circolazione in via Migliaccio, nel tratto compreso tra via Ballo e largo San Josemaría Escrivá.

L’assessore all’urbanistica, Maurizio Carta, ha fatto sapere che al Comune si stanno «monitorando gli effetti prima di procedere ad ulteriori modifiche».

Nel video Giulia Paladino, Mario Lupo, Teresa Romano, Umberto Campanella e Antonino Vizzini.

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