«Dai giorni delle stragi credo che sia cambiato molto molto nella coscienza civile e negli anni la lotta alla mafia, grazie a tutto quello che seguì in termini di legislazione, è cambiata. Ma sappiamo che la mafia tende sempre a riorganizzarsi ed è viva e vegeta, anche se non ai livelli di 30 anni fa. Dobbiamo essere vigili e attenti». Lo ha detto Maria Teresa Cucinotta nuovo prefetto di Palermo che oggi si è insediata nel capoluogo siciliano. «L'obiettivo è evitare che le mani della mafia possano arrivare in qualche modo ai fondi del Pnrr che sono importantissimi per noi e per il sud. Attenzione sul tema della certificazione antimafia, ma anche supporto ai comuni dal punto di vista burocratico e amministrativo per sviluppare le pratiche e seguire l’andamento dei lavori e, per quel che è possibile, che vengano rispettati i tempi indicati», ha detto.
Nel 1992, quando avvennero le stragi di Capaci e di via D'Amelio, Maria Teresa Cucnotta era funzionario della sala operativa e fu proprio lei a rispondere alla telefonata della polizia che informava la Prefettura dell'esplosione sull'autostrada: «Mi dissero che c'era stato un forte scoppio e che, casualmente, passava da lì il giudice Giovanni Falcone. Nessuno - spiega il nuovo prefetto di Palermo - in quei primi minuti poteva pensare che quello fosse stato un attentato organizzato dalla mafia per uccidere il magistrato, la moglie e gli agenti della scorta e che sotto l'autostrada fossero stati piazzati quintali di tritolo».
Stamattina alle 11.30 in via Cavour è avvenuto l'insediamento di Maria Teresa Cucinotta al margine del quale il nuovo rappresentante del governo di Palermo ha incontrato gli organi di stampa.
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