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Il cardinale Zuppi a Palermo: «I fondi del Pnrr sono l’ultimo treno per il Sud»

Ha parlato ai giovani di speranze e certezze, della gioia di condividere e donare, dell’importanza di impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi e per rendere migliore il mondo. È stato il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, scelto da Papa Francesco come presidente della Cei, ad inaugurare a Palermo l’anno accademico della Pontificia facoltà Teologica di Sicilia «San Giovanni Evangelista».

Ha parlato agli studenti e ai tanti che, in Cattedrale, hanno partecipato alla celebrazione eucaristica e alla sua prolusione «L’uomo è la via di tutte le religioni» affrontando i temi della pace, il dialogo interreligioso e i rapporti tra le culture. «In un mondo sonnolento che pensa di star bene impadronendosi al contrario di condividere - ha affermato il cardinale Zuppi durante l’omelia - che non si preoccupa delle ingiustizie e delle sofferenze, in un mondo cosi la Parola di Dio ci chiede di essere svegli, di guardare con attenzione al mondo e di spenderci per gli altri. Dobbiamo essere nella chiesa essendo la Chiesa». Rivolgendosi agli ad adulti, ha chiesto di dare fiducia, esempi e positività ai giovani.

Non guarda solo alla Chiesa, il cardinale, ma al mondo e alle tante piaghe da risolvere, in Sicilia sopratutto. «Bisogna utilizzare i fondi del Pnrr - dice il cardinale -. Se è vero come dicono che una parte considerevole del Pnrr è dedicata al Sud, questa è un’occasione da non perdere perché non è detto che passi un altro treno. Credo sia una grande opportunità e spero che i piani presentati non siano solo promesse ma vedano l’impegno di tutti. Mi auguro che non siano un’ennesima delusione ma rappresentino la possibilità per cui i ragazzi della Sicilia non debbano andare al Nord o in altri Paesi a cercare il futuro che desiderano. Devono avere possibilità anche qui». Ai tanti che in città vivono di reddito di cittadinanza e temono che il nuovo governo possa decidere di abolirlo, il cardinale Zuppi dice: «Nel nostro Paese 6 milioni di persone vivono in estrema povertà, ora più che mai con la crisi energetica e un’inflazione che non si vedeva da decenni. Dobbiamo tutelare chi è in queste condizioni di difficoltà e dare la risposta vera che è quella del lavoro. Questi saranno i due parametri sui quali le scelte future dovranno orientarsi: garantire la dignità a chi è in estrema indigenza e assicurare il lavoro». Non mancano messaggi e richiami alla pace nelle parole del cardinale. «La Chiesa, madre di tutti, non può mai accettare la guerra - dice con fermezza -

Non può mai essere neutrale. E il cammino sinodale che vede tutta la chiesa italiana coinvolta, è un momento importantissimo di ascolto perché l’atteggiamento della chiesa deve essere quello di ascoltare e far sentire tutti di essere ascoltati».

E qualche cenno sui rappresentanti della classe politica non manca nemmeno. «Devono provare ad essere credibili - dice -, non promettere cose che non si fanno, non apparire per quello che non si è, non rispondere a domande che non ci fa nessuno e rispondere invece a quelle che vengono rivolte. Anche il sistema di voto probabilmente andrebbe rivisto per diminuire il tasso di astensionismo, aiutando chi è impossibilitato o si trova fuori dalla sua città. Bisogna però confidare nelle istituzioni e non pensare che esse siano l’ennesima delusione. Senza queste, e tra loro ci mettiamo anche la Chiesa, non possiamo costruire qualcosa di solido. Ho appena firmato, come presidente della Cei, un accordo con il ministero della Giustizia, l’Anci e l’Ance per un progetto di ricostruzione che coinvolge anche noi (sono più di 2.400 le chiese che devono essere ricostruite) che vedrà al lavoro tanti detenuti». E infine, analizzando il mondo e le possibili soluzioni, il suo pensiero va a Padre Pino Puglisi, «un martire che ci aiuta ad essere credibili - definisce cosìil prete di Brancaccio ucciso dalla mafia -. Lui era il primo che poneva quel pezzo che chiedeva a tutti quanti di mettere per poter fare qualcosa di grande e, non solo per la Sicilia ma per la Chiesa tutta, è un esempio di prete e di cristiano».

Nel video il servizio di Anna Cane per Tgs

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