"Uccisi dallo Stato", "Risarcimenti immediati". Rabbia e striscioni in strada a Palermo. A scendere in piazza per protestare contro i limiti imposti anche nell’Isola, lunedì passata da gialla ad arancione, i ristoratori.
"Abbiamo portato in piazza le nostre divise e gli strumenti da lavoro che sono il nostro pane quotidiano e che ci vogliono togliere", afferma lo chef Natale Giunta che ha organizzato la manifestazione davanti al Teatro Massimo, aperta a tutte le categorie interessate dal nuovo decreto di chiusura. Presente anche il comparto matrimoni cerimonie con fotografi e operatori di riprese.
"Se stiamo in silenzio moriamo ogni giorno", sottolinea Giunta, "la pazienza è finita, prima dicono una cosa, poi se la rimangiano, cambiano le regole dall’oggi al domani, senza motivo, sottoponendoci a una tortura continua. Non lavoriamo e non dormiamo più. Non abbiamo visto nulla, nessun ristoro vero. Siamo i dimenticati. Quelli della partita Iva. I futuri poveri".
"Basta pazienza, basta aspettare", urla ancora lo chef Giunta. "Se lo Stato ci fa chiudere, ci deve pagare, i soldi ci sono, ma distribuiscono solo le briciole e pretendono le tasse, a partire dalla Tari. Ci hanno messo in zona arancione, nel silenzio di Musumeci, perchè non ci daranno niente, daranno i soldi sono alle zone rosse del nord e noi moriamo", incalza lo chef per otto anni sotto scorta per avere denunciato, fatto arrestare e condannare i suoi estorsori.
"Hanno messo in ginocchio il turismo, la ristorazione, la cultura - ha proseguito - che sono vita, convivialità, professionalità. Non è più il tempo di lievito, di ricette in casa, è tempo di protestare in modo pacifico ma determinato... Non si muore solo di Covid, ma anche di fame, di mancanza di lavoro, di umiliazione e di dignità calpestata". Appena toglieranno il blocco di licenziamento e degli sfratti, si dice convinto Natale Giunta, "avremo milioni di poveri... vedo colleghi e camerieri andare alla Caritas per un piatto di pasta, non è giusto. La Sicilia potrebbe benissimo stare in zona bianca, invece questo nuovo lockdown pre-pasquale è la definitiva goccia avvelenata che decreta la nostra fine lavorativa. La politica continua a infierire su di noi e ci costringe a mandare a casa migliaia di dipendenti e lavoratori a quattro euro al giorno di cassa integrazione e ci costringono a fallire. Non ci dobbiamo fermare, dobbiamo tornare nelle piazze. Non staremo più in silenzio".
"Abbiamo a che fare con un governo fatto di parole. Cambiano le persone, ma la situazione resta sempre la stessa", dice Salvo Russo, operatore video, presente stamani in piazza Verdi.
Nelle interviste: Natale Giunta chef e imprenditore, Marco La Barbera animatore e Leo Palma chef di cucina
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