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Bus turistici, la protesta a Palermo: "Oggi è l'anniversario della nostra dipartita"

"Oggi festeggiamo l'anniversario della nostra dipartita", a dirlo è Maurizio Reginella, titolare di una delle 300 aziende di bus turistici presenti in Sicilia. "Il 24 febbraio 2020 è stata fermata la nostra clientela, ma non il nostro codice Ateco, mai toccato dalle restrizioni", continua Reginella, "e forse il problema è stato proprio questo: non abbiamo mai avuto diritto, finora, a sussidi e ristori. Nessun aiuto, nessuna misura adeguata è stata messa in campo per la nostra categoria".

A piazza Indipendenza sono tornati infatti a protestare per la sesta volta i titolari di attività di noleggio di autobus con conducente, a cui è stata negata, a detta di Reginella, anche una delle poche possibilità di ricevere dei contirbuti: "Erano stati stanziati dei fondi per l'affiancamento del servizio pubblico locale, in parte destinati anche alla nostra categoria, che però a noi non sono mai giunti. Questo perché qui in Sicilia il servizio è stato affidato alle aziende di trasporto pubblico che hanno già le concessioni e che hanno potuto aumentare il loro fatturato utilizzando i propri mezzi. Noi, ancora una volta, siamo rimasti fermi".

Ma la manifestazione prende luogo proprio oggi perché a ridosso della pubblicazione del bilancio sulla finanziaria, che non include i bus turistici nonostante le promesse. "Siamo stati dimenticati, e nel frattempo molte aziende stanno chiudendo", aggiunge Carmelo Galati, che fa parte degli Imprenditori Turistici Associati.

"I contributi, nella storia di Ncc, non ci sono mai stati", dichiara poi Antonio Russo, presidente Anap, "oggi però dobbiamo chiederli, perché il benessere di circa 5000 famiglie dipende da essi". Il presidente Anap esclude inoltre la ripartenza estiva, prospettiva che aggrava lo stato di crisi della categoria: "Il turismo vive di programmazione, una regola che vale sopratutto per noi che lavoriamo con i gruppi. Oggi programmiamo il 2022, perché finché non cesserà lo stato di pandemia non si potrà ripartire. Ma da qui al 2022, se si continua così, non ci si arriva assolutamente", conclude.

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