PALERMO. «Dobbiamo prendere atto che l'Amap non è nelle condizioni di poter rilevare il servizio idrico integrato svolto da Aps». L'ha detto l'assessore regionale all'Energia, Vania Contrafatto, al termine della riunione di ieri sera alla presenza del dirigente generale del dipartimento acqua e rifiuti, Domenico Armenio, del commissario della Provincia di Palermo Manlio Munafò, del dirigente generale del dipartimento regionale delle autonomie locali, Maria Concetta Moavero e del presidente dell'Amap Maria Prestigiacomo.
«L'Amap ci ha comunicato solo adesso che non vuole aumentare il proprio capitale - ha spiegato l'assessore - il che rende impossibile il trasferimento dei fondi regionali e ha chiesto nuovamente apposite deroghe per il mal funzionamento degli impianti di depurazione. Tutto ciò ci costringe a rivolgerci direttamente ai comuni visto che, al momento, non si profilano altre soluzioni. Sulla depurazione, da un punto di vista normativo, non sono previste deroghe. La Regione, ancora una volta, interverrà in una vicenda giunta al collasso per garantire la continuità del servizio».
«Purtroppo - conclude l'assessore - i promotori di questa soluzione hanno fatto perdere tempo prezioso a tutti, lavoratori per primi, impedendo, di fatto, la ricerca di alternative. Continueremo a impegnarci per la miglior gestione del servizio e per i lavoratori che lo hanno garantito sino ad oggi». Contrafatto informerà il prefetto dei risvolti della vicenda.
Non si è fatta attendere la replica dei vertici dell'Amap, candidata a raccogliere l'eredità della fallita Acque Potabili Siciliane nella gestione del servizio idrico integrato in buona parte del palermitano, dopo la nota dell'assessore all'Energia della Regione Siciliana, Vania Contrafatto, che ha attaccato l'azienda di via Volturno sostenendo che «non è nelle condizioni di poter rilevare il servizio idrico integrato svolto da Aps. L'Amap ci ha comunicato solo adesso che non vuole aumentare il proprio capitale, il che rende impossibile il trasferimento dei fondi regionali, e ha chiesto nuovamente apposite deroghe per il mal funzionamento degli impianti di
depurazione».
«La Regione Siciliana è inefficiente e inottemperante - risponde il presidente dell'azienda, Maria Prestigiacomo, incontrando i giornalisti a Palermo -. Se l'operazione non si fa è perchè non sono stati rispettati i patti. Fino a ieri sera (quando si è tenuta una riunione tra la Regione e i vertici dell'acquedotto comunale, nda) sembrava tutto a posto. Se rispettano le nostre condizioni noi non ci tiriamo indietro. Francamente non mi fido della Regione Siciliana nè di questa classe politica. Io devo proteggere questa azienda».
Stasera a mezzanotte scade la proroga dell'ordinanza che il prefetto Francesca Cannizzo ha emanato per prolungare l'attività di Aps. Il 17 marzo, invece, scade l'affitto del ramo d'azienda della curatela fallimentare all'Ato. La Contrafatto ha affermato che «i promotori della soluzione Amap hanno fatto perdere tempo prezioso a tutti, lavoratori per primi, impedendo, di fatto, la
ricerca di alternative. Le reti idriche andranno ai Comuni».
«Non è vero - risponde Prestigiacomo -. Dal 14 gennaio, il giorno dopo il nostro primo incontro con il governatore Crocetta, non abbiamo smesso un giorno di lavorare. Abbiamo anche predisposto le modifiche necessarie allo statuto dell'Amap e studiato con i lavoratori di Aps un piano tecnico- finanziario. Questo dimostra che Amap non è stata ferma e non ha fatto perdere tempo a nessuno. Come tutti sanno - prosegue la presidente -, chiedevamo un contributo di start up di 8 milioni di euro, che Crocetta si era impegnato a versare ma che è stato girato all'assessorato agli Enti Locali, che a sua volta, tramite una delibera, ha destinato questi soldi ai Comuni in dissesto. Per cui, se non possiamo usarli non è colpa nostra. L'errore è stato della Regione». Per Prestigiacomo questa situazione è la conseguenza «della mancata legiferazione sugli ambiti territoriali. Solo in Sicilia non sono stati ancora fatti i liberi consorzi e gli Ato sono commissariati. Gli 8 milioni servivano, da marzo a settembre, per gli stipendi di Aps, circa 600 mila euro al mese, e per l'energia elettrica dei 42 comuni coinvolti, circa 500 mila euro al mese. Amap ci metterebbe altri 4 milioni, parte dei quali, 300 mila euro, destinati alle manutenzioni. La seconda condizione per l'affidamento dal 30 settembre in poi è un provvedimento presidenziale o una delibera di giunta che nomini formalmente Amap gestore dell'ambito integrato. La nostra azienda diventerebbe una società in house partecipata dai Comuni che via via si volessero unire. Quanto ai depuratori, non chiediamo una deroga ma sei mesi di tempo per metterli a norma. Oggi - conclude Prestigiacomo - è l'ultimo giorno di proroga e il commissario Munafò (della Provincia, nda) legittimamente non vuole più saperne di altre».
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