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Dal cinema alla scrittura, Saverni presenta a Palermo il suo giallo con le donne al comando

Situazioni al limite della comicità, battute a raffica e un delitto da risolvere con un’esperienza maturata sul… divano. Comincia così la nuova avventura di Domenico Saverni, famoso sceneggiatore e regista dei più recenti film di Fantozzi, ideatore di Don Matteo, serie tv di successo Rai, e tantissimi altri film, che oggi nell’ambito della Settimana delle culture ha presentato il suo primo libro "Investigatrici improvvisate" nell’archivio storico di Palermo.

Definito un crimedy (una miscela tra un giallo e una commedia), la trama vede protagoniste tre donne, Nicole, Sara e Beatrice, molto amiche tra di loro, che ogni settimana hanno un appuntamento fisso in agenda, la prossima puntata della loro serie tv preferita. Ovviamente, neanche a dirlo, si tratta di un giallo. E proprio come il loro personaggio preferito, il commissario Ognimè, si troveranno catapultate nel mezzo di una scena del crimine, liquidata dalla polizia come morte naturale. Le tre non ci stanno, e seguendo gli insegnamenti del protagonista della serie da loro seguita, si metteranno alla ricerca dell’assassino. Il libro sembra quasi una sceneggiatura pronta per essere spezzettata nei tanti episodi che compongono le serie televisive, segno che Saverni non perde il vizio che lo ha reso più famoso. «Io ho questa vena, sono appassionato di gialli e di commedie - spiega l’autore -, Chi ha seguito Don Matteo lo sa bene e lo può constatare. Ho fiutato nell’aria che era arrivato il momento di far parlare le donne, di lasciar loro la parola attraverso serie tv o, come in questo caso, romanzi. Credo che molti potranno identificarsi: siamo tanti a guardare le serie e ciò che va più di tutti è proprio il genere crime».

Per lo sceneggiatore e regista il mondo televisivo-cinematografico e quello fatto di inchiostro e pagine non è poi così diverso: «Così come nel mondo della tv e del cinema, devi trovare qualcuno che creda in te e nella tua idea. Nel cinema è il produttore, qui si tratta di una casa editrice - spiega Saverni -. La differenza sta nel lavoro. Quando proponi ad una televisione un tuo progetto basta presentare un soggetto. Se piace, allora si completa la sceneggiatura e si inizia a girare. È un processo molto più lungo. In questo caso, presenti la tua opera già completata. Ma devi lavorare da solo. Ecco, questa è la profonda differenza: nel cinema, come la televisione, c’è un’équipe dietro. Qui, invece, si tratta di un lavoro in solitaria». Per l’autore il punto di forza del libro che sta già vendendo molte copie è il suo rappresentare una novità nel panorama del crime: «Di fatto è un giallo - sottolinea -, è assolutamente serio. Ma essendo le protagoniste delle investigatrici improvvisate, appunto, sono maldestre. È qui il sale del libro. Si, è un crime meno afferrato ma è veramente divertente.

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