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"Questa città è come un sogno", Kazumi Yoshida in mostra a Palermo

Tra i designer contemporanei più conosciuti al mondo, art director della Clarence House di New York, Kazumi Yoshida sceglie Palermo per la sua prima grande antologica in Europa. È Utopia, visitabile fino al 30 luglio al Loggiato di San Bartolomeo. Curata da Paola Nicita e organizzata da MLC Comunicazione di Maria Letizia Cassata, la mostra gode della partnership tecnica di Fondazione Antonio Ratti, Hermès, Villa Igiea Palermo - Rocco Forte Hotel e dell'Accademia di Belle Arti.

Questa città per l’artista è come un sogno – spiega il designer giapponese, a Palermo per l'inaugurazione della personale -. Respirando l’aria di questa città ne senti l’anima e arriva l'ispirazione. Senti il passato che fu insieme con il presente che è e con il futuro che sarà: Palermo è ispirazione costante”.

In mostra quaranta opere tra dipinti, disegni e grandi arazzi. Animali, natura e stelle dello zodiaco diventano gli elementi di Utopia, un'arcadia immaginaria dove tutto è in armonia. Tra arte e architettura un omaggio alla città di Palermo con la carta da parati ispirata alla Casina cinese. Molti dei lavori in mostra sono inediti, in particolare la grande pittura che dà il titolo alla mostra, realizzata da Kazumi Yoshida a New York e completata nel capoluogo siciliano, insieme agli studenti dell’Accademia di Belle Arti.

“Linee flessuose, animali di un paradiso reale o immaginario sembrano riaffiorare secondo paradigmi che ispirarono la pagina felicissima del Liberty palermitano – afferma Antonio Ticali, soprintendente della Fondazione Sant'Elia - L’inconfondibile bellezza delle creazioni di Kazumi Yoshida ha invaso di “joie de vivre” uno degli spazi più suggestivi della Fondazione”.

Nel colloquio artistico del designer giapponese con Palermo, il Loggiato di San Bartolomeo si riempie di vita e colori. Tra i parati, la città emerge dai dettagli: in Utopia c'è anche Piazza della Vergogna, uno dei monumenti più importanti e significativi di Palermo a suggerire altri miti e altri tempi.

“È un segno, quello di Yoshida, che nasce dal gesto, da una modalità di definire mondi attraverso una visionarietà che si è nutrita di storie antichissime. – spiega la curatrice, Paola Nicita - Un patrimonio culturale ed estetico frusciante di sete e tintinnante di porcellane sottili come foglie, percorsa incessantemente da riti codificati nei millenni, rinnovati e vivificati dalla reiterazione del gesto nella sua complessa e naturale perfezione”.

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