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Il blitz antidroga, il timore di chi ha perso un figlio: «Spesso ci sono altri pronti a spacciare»

Il commercio era attivo 24 ore su 24. La zona dello spaccio era tra via Nunzio Nasi, piazzetta Lucrezia Brunaccini e via Mongitore. I militari del nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Palermo piazza Verdi hanno eseguito 25 provvedimenti cautelari e sgominato una organizzazione criminale che spacciava crack, cocaina, hashish, marijuana e suboxone nel mercato di Ballarò.

Questa è una buona notizia. Lo è soprattutto per le madri e i padri che di droga hanno visto morire i loro figli. Come Francesco Zavatteri, farmacista palermitano, che ha perso Giulio all’età di 19 anni. «È una buona notizia – dice Zavatteri -. Le forze dell’ordine si prodigano in maniera attiva per cercare di fermare lo spaccio in questi quartieri però spesso mi viene riferito che in molti casi vengono dati gli arresti domiciliari e dietro queste persone ce ne sono altre pronte a spacciare al posto loro. L’obiettivo dell’associazione che ho fondato La casa di Giulio – continua Francesco Zavatteri - è quello di aprire un centro di accoglienza a bassa soglia per ragazzi che fanno uso di droghe, in particolare del crack perché non si può accettare che questi ragazzi stiano in mezzo alla strada ad aspettare la morte. Dobbiamo accoglierli e abbracciarli . Il 6 aprile – conclude il papà di Giulio - parteciperò ad un incontro all’assessorato alle Attività sociali con l’assessore Rosi Pennino per discutere proprio dell’apertura del centro all’interno del quale lavoreranno insieme le istituzioni, i volontari e il terzo settore in sinergia, collaborando insieme. Non ci fermiamo e non ci fermeremo».

L'intervista video a Francesco Zavatteri

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