«Abbiamo catturato l’ultimo stragista responsabile delle stragi del 1992-93». Così il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia ha aperto al conferenza stampa per l’arresto di Matteo Messina Denaro.
«Siamo particolarmente orgogliosi del lavoro portato a termine questa mattina che conclude un lavoro lungo e delicatissimo».
«Siamo particolarmente orgogliosi per questo lavoro che ci ha consentito di arrestate l’ultimo boss stragista di Cosa nostra. È un debito che la Repubblica aveva con le vittime della mafia che in parte abbiamo saldato». Lo ha detto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia alla conferenza stampa sull’arresto di Messina Denaro.
«Catturare un latitante pericoloso senza ricorso alla violenza e senza manette è un segno importante per un paese democratico».
Così il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia alla conferenza stampa sull’arresto di Messina Denaro.
«Esprimo il mio grazie al collega Paolo Guido che ha portato avanti le indagini in modo magistrale e il mio affetto e riconoscimento all’Arma e al Ros che abbiamo visto lavorare in modo indefesso», continua.
Il comandante Ros: lavoro dei carabinieri durante le feste di Natale
«È il risultato di un lavoro corale che si è svolto nel tempo, che si è basato sul sacrificio dei carabinieri in tanti anni. L’ultimo periodo, quelle delle feste natalizie, i nostri lo hanno trascorso negli uffici a lavorare e a mettere insieme gli elementi che ogni giorno si arricchivano sempre di più e venivano comunicati. La Procura era aperta anche all’antivigilia, è stato uno sforzo corale».
Lo ha detto Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, nella conferenza stampa a Palermo sull’arresto di Matteo Messina Denaro.
«Senza intercettazioni non si possono fare le indagini di mafia»: lo ha sottolineato il capo dei pm di Palermo Maurizio de Lucia alla conferenza stampa sulla cattura di Messina Denaro.
de Lucia: nessun elemento su complicità clinica
«Allo stato non abbiamo elementi per parlare di complicità del personale della clinica anche perchè i documenti che esibiva il latitante erano in apparenza regolari, ma le indagini sono comunque partite ora». Lo ha detto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia alla conferenza stampa sulla cattura di Messina Denaro. .
I Ros: Messina Denaro preso in strada, non ha tentato fuga
Matteo Messina Denaro è stato bloccato in strada, nei pressi di un ingresso secondario della clinica La Maddalena. Lo hanno spiegato i carabinieri del Ros nel corso della conferenza stampa sull’arresto del boss di Cosa Nostra, spiegando che il blitz è scattato quando «abbiamo avuto la certezza che fosse all’interno della struttura sanitaria».
Quando è stato bloccato, hanno aggiunto, Messina Denaro «non ha opposto alcuna resistenza» e «si è subito dichiarato, senza neanche fingere di essere la persona di cui aveva utilizzato l’identità». Alla domanda se Messina Denaro abbia tentato la fuga, gli investigatori hanno affermato di «non aver visto tentativi di fuga» anche se, hanno aggiunto, «sicuramente ha cercato di adottare delle tutele una volta visto il dispositivo che stava entrando nella struttura».
«Negli ultimi anni solo l’Arma ha eseguito 100 arresti di uomini vicini a Messina Denaro e sequestrato e confiscato 150 milioni. A questi numeri bisogna aggiungere i dati di Polizia e Finanza. Questo lavoro ha compromesso il funzionamento della struttura mafiosa».
Lo ha detto il capo del Ros, generale Angelosanto alla conferenza stampa sulla cattura di Messina Denaro.
Il generale Angelosanto: la certezza che fosse lui solo stamattina
La «certezza» che dietro il nome di Andrea Bonafede si nascondesse il boss Matteo Messina Denaro gli investigatori la hanno avuta «solo questa mattina».
Lo ha spiegato il comandante del Ros, il generale Pasquale Angelosanto, ricostruendo gli ultimi passaggi dell’indagine che ha portato alla sua cattura.
«Già in passato avevamo indicazioni che avesse problemi di salute e su queste indicazioni - ha detto - abbiamo lavorato in modo da individuare le persone» che avevano accesso alla struttura sanitaria e che avevano una particolare patologia. «Nell’ultimo periodo - ha aggiunto Angelosanto - c’è stata un’accelerazione perché via via che si scremava la lista e si scremavano le persone, ci siamo concentrati su pochi soggetti fino ad individuare quel nome e cognome. Da qui l’ipotesi che potesse essere il latitante». A quel punto è scattata l’organizzazione del blitz. E «fatte le ultime verifiche - ha concluso Angelosanto - la certezza che fosse lui è arrivata solo questa mattina».
I particolari sull'arresto del boss Matteo Messina Denaro forniti in una conferenza stampa della Procura di Palermo e del Ros dell’Arma alle 17 nella caserma della Legione dei carabinieri di Palermo.
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