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Palermo, una fiaccolata in piazza Rivoluzione per dire no al caro vita

Una fiaccolata per dire no al carovita. Commercianti, famiglie, studenti e attivisti si sono dati appuntamento in piazza Rivoluzione per protestare contro caro-bollette e hanno sfilato per le strade del centro storico, fino alla sede della prefettura e sperano di far arrivare la loro voce al governo nazionale.

“In questo periodo dovremmo essere tutti più sereni, in vista delle feste natalizie – dice Giovanni Siragusa della rete “Insorgiamo contro il carovita” - in realtà la fase che stiamo vivendo è contrassegnata da aumenti continui, anche per i beni di prima necessità. Le bollette della luce e del gas sono aumentate notevolmente e le famiglie non ce la fanno più. Il governo non aiuta, non dà incentivi, non si occupa di politiche mirate alle fasce più deboli della popolazione. Anzi, è pronto ad abolire il reddito di cittadinanza, una misura che aiuta tantissimo i disoccupati di questa città e in generale di tutta Italia che saranno costretti ora a vivere in una condizione ancora più difficile. Porteremo al Comune e alla prefettura dei regali di Natale simbolici: il pacco della disoccupazione, del reddito di cittadinanza. Il pacco degli sfratti e degli sgomberi e quello dell’aumento della costo della vita. Servono soluzioni concrete subito come un tavolo di crisi permanente e dare risposte a tutti, sopratutto ai quartieri popolari di questa città”.

Tra i commercianti, fa sentire la sua voce il panificatore Gioacchino Quartararo che deve pagare 80 mila euro di corrente elettrica e rischia il distacco e dunque la chiusura della sua attività. “Sono qui per difendere il mio lavoro e quello di tutti coloro che lavorano nel mio panificio – dice - L’anno scorso nei tre mesi estivi abbiamo pagato 20 mila euro. Quest’anno, con gli stessi consumi, abbiamo ricevuto una bolletta di 80 mila euro. Per noi è impossibile sostenere queste spese. Con noi lavorano altre persone che mantengono le loro famiglie. E rischiamo tutti di perdere il lavoro. Il governo deve comprendere che così non possiamo andare avanti”.

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