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Emergenza rifiuti a Palermo: e i cestini stracolmi diventano mini-discariche

Cestini gettacarta come cassonetti a Palermo. Stracolmi, rotti, maleodoranti. Non è un caso isolato, basta fare un giro in città per rendersene conto. E non avviene solo nelle strade della periferia o poco frequentate ma anche a ridosso del centro. Un fenomeno a macchia di leopardo in viale Lazio, via Aquileia, viale Campania, via Emilia, via Trinacria.

Fra mobili abbandonati, aiuole che diventano foreste, vetri rotti in prossimità delle campane ci sono anche i cestini dove i sacchetti con le deiezioni dei cani, le lattine, i rifiuti di ogni genere traboccano e, in alcuni casi, finiscono sul marciapiede, quando il tentativo di equilibrismo di chi cerca di farne uso non va a buon fine.

Una situazione figlia della stessa emergenza sottolineata dallo stesso sindaco Roberto Lagalla, che ha chiesto alla Rap l'impegno di uscire dall'impasse perché la città che non sia «umiliata» dai rifiuti in strada. Tanto che i sindacati, nei giorni scorsi, hanno sottoscritto un documento con la Rap, alla presenza dell’amministratore, Girolamo Caruso che prevede tagli ai permessi dei dipendenti (non più di tre giorni al mese), oltre al potenziamento del turno pomeridiano di raccolta e obbligatorietà per il personale addetto a svolgere almeno due domeniche al mese di lavoro, anziché una come avviene oggi, per garantire un livello di efficienza accettabile al servizio.

Ad oggi, la Rap può contare su 139 compattatori per la raccolta di rifiuti: di questi 25 sono a nolo, 89 sono quelli di grandi dimensioni mentre quelli di medie dimensioni sono 17. Un parco mezzi che serve a caricare ogni giorno circa mille tonnellate di rifiuti. È vero - confermano dalla Rap - che ci sono stati momenti in cui c’erano 30 mezzi guasti (molti dei quali fanno parte del parco noleggi): ad oggi ce ne sono 18 guasti su 139 (un dato che viene definito in linea con la statistica di una struttura che ha mezzi con una età media di 12 anni e che lavorano 24 ore su 24).

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